Le reazioni Idv e Pd chiedono la testa di Scajola: «Via subito»

Non stupisce che nel coro di biasimo levatosi ieri dall’opposizione, che è andata compatta all’attacco del ministro Scajola, la voce più forte fosse quella dell’Idv. «Si prenda un lunghissimo periodo di riposo», è l’invito rivolto al ministro dal presidente dei senatori del partito di Di Pietro Felice Belisario. Anche nel Pd ieri, dopo la lettera del giorno prima dalla capogruppo in Senato Anna Finocchiaro, con la quale si chiedeva al presidente Schifani di convocare Scajola in Aula, la truppa ha iniziato a chiedere che il titolare delle Attività Produttive se ne vada. Scajola, dice il senatore Pd Luigi Zanda, deve fornire «una dettagliata e convincente» spiegazione, perché «se fosse in grado di farlo va da sé che dovrebbe dimettersi immediatamente». Dal partito di Bersani si biasima, inoltre, il riferimento, nell’intervista che il «Giornale» pubblica oggi, del ministro al «caso Biagi». Le sue dichiarazioni, dice la capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera, Donatella Ferranti, che fanno riferimento al caso Biagi, «sono di cattivo gusto», le parole con cui appellò il giuslavorista, aggiunge «restano una brutta pagina per la nostra democrazia».

Per parte loro i senatori Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta invocano un paragone con l’estero: «Se venisse confermato il pagamento in nero dell’appartamento da parte del ministro occorrerebbe riflettere su come in situazioni analoghe si comportano i ministri in altri Paesi. La memoria corre al caso di Jacqui Smith, l’ex ministro dell’Interno britannico che lasciò l’incarico travolta dalla polemica per il rimborso chiesto per due film porno acquistati dal marito».

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