Recuperati gli antichi dipinti rubati nel 2007 a piazza di Spagna

«Se speravo di ritrovarli, vuole che le dica la verità? No, ma dopo aver visto come lavorano i carabinieri ho cominciato a sperarci, sono entusiasta». È commosso Franco Di Castro che, accompagnato dalla famiglia e dalla nipotina che immortala l’evento col telefonino, ha appena ricevuto dalle mani di Andrea Ilari, capitano dei carabinieri della tutela patrimonio culturale di Monza, i tre quadri rubati in casa a piazza di Spagna nel gennaio 2007 e ritrovati in Svizzera nel caveau di una banca di un piccolo paese vicino a Lugano, quando stavano per essere immessi sul mercato internazionale.
È una storia a lieto fine, di quelle che è bello sentire a Pasqua e in cui tutto ritorna. Perfetta l’azione investigativa svolta secondo tradizione, coordinata dal sostituto procuratore di Milano Ferdinando Esposito, in collaborazione con le autorità del Canton Ticino, i delinquenti al sicuro e gli oggetti rubati restituiti al legittimo proprietario. Che racconta come sono andate le cose. «C’erano due giorni di festa per la Befana e sono andato al mare. Ma prima di partire, all’ultimo momento, ho chiuso i quadri in un armadio blindato e stupidamente non ho messo l’antifurto, così hanno avuto due giorni per lavorare e chiamare anche l’esperto. Erano così contenti che hanno lasciato nella cassaforte i tappi di due bottiglie di champagne che mi avevano regalato». I quadri rubati di due artisti che amarono moltissimo Roma (gli altri sono rimasti sulle pareti), sono due tempere su carta con vedute di Ronciglione e di Grottaferrata di Gaspar van Wittel (padre di Luigi Vanvitelli l’architetto della Reggia di Caserta), detto anche Gaspare degli occhiali (che usava per via della cataratta) e una gouache su carta di un paesaggio romano di Gaspar Dughet, un altro grande vedutista del ’700, valore complessivo 400mila euro.


I Carabinieri del nucleo di Monza, che operano in una zona effervescente e in prossimità della frontiera, sono arrivati ai responsabili da notizie che circolavano sul mercato internazionale. I quadri venivano proposti da un sedicente collezionista a 150mila euro l’uno a galleristi milanesi, olandesi, inglesi e tedeschi che li rifiutavano.

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