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«Recuperiamo la fiducia nel mercato»

Marcello Zacché

da Milano

Ci sono l’orgoglio di essere il presidente della Consob, e la convinzione di poter contribuire a migliorare il Paese nelle parole di Lamberto Cardia: si deve e si può «recuperare la fiducia del mercato», ha detto all’incontro annuale con il mercato finanziario, ieri a Milano. Ad ascoltarlo un rinnovato «tris» di cariche istituzionali: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi e il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Oltre, naturalmente, al cosiddetto gotha della finanza e dell’imprenditoria nazionale. Un anno dopo l’incontro nel quale la Consob si era dovuta confrontare - e in parte giustificare - con il «risparmio tradito» da Parmalat e Cirio, ieri è stata la volta del bilancio postumo della stagione dei «furbetti». Un passaggio che ha sconvolto lo stesso parterre di Palazzo Mezzanotte, orfano di Gnutti, Ricucci, Fiorani.
Orgoglio. Spariti non per caso, né solo per merito della magistratura: ecco l’orgoglio Consob, perché Cardia rivendica chiaramente di avere dato il la alle inchieste che hanno inchiodato le malefatte dei furbetti: «Il 10 maggio 2005 - ricorda - la Consob ha accertato un patto parasociale occulto tra Bpi e altri soci, volto all’esercizio di un’influenza dominante su Antonveneta: è stato il primo segnale di reazione forte e tangibile». Allora, un anno dopo, è tempo di vedere da quale punto riparte il sistema. Anche perché, nel frattempo, è cambiato anche qualcos’altro: la maggioranza parlamentare, il governo, i vertici istituzionali. Non il presidente della Consob, che sembra cogliere questa occasione proprio per porsi definitivamente al di sopra di queste variabili: quella che emerge dalle sue parole è una Consob che cerca nella sua autorevolezza e indipendenza il diritto a essere considerata istituzione superpartes, di serie A, a servizio di un «bene» intangibile con quotazioni in forte crescita: il mercato.
Risparmio. Il recepimento della direttiva «market abuse» e la riforma del risparmio, dotando la Commissione di maggiori poteri investigativi e sanzionatori, hanno «consentito un salto di qualità nel contrasto delle violazioni normative». Essenziale la nuova forma di collaborazione con l’Autorità giudiziaria, non più destinataria finale dell’attività investigativa, ma leale compagna di viaggio. Ora bisogna fare di più, e Cardia fa l’elenco: la vigilanza su molti prodotti di risparmio gestito non dipende ancora da Consob bensì da competenze miste tra diverse autorità; così come, in caso di lancio di un’Opa, sono troppo asincrone le autorizzazioni richieste dalle varie autorità; ed è necessario maggiore equilibrio tra i costi sopportati per la vigilanza e i benefici che ne derivano. La sintesi è semplice: viste le tante direttive Ue in arrivo, il loro recepimento collettivo può essere organico. Con uno strumento ben preciso: «La revisione del Testo unico della Finanza è l’occasione per migliorare» l’assetto complessivo delle disposizioni per il mercato e fare un ulteriore salto di qualità. Per il quale Cardia rivendica un ruolo costruttivo, proponendosi di «partecipare attivamente al processo evolutivo delle strutture di mercato».
Euronext. Non sono mancati, nel disorso di Cardia, accenni a temi d’attualità. A cominciare dalle aggregazioni tra le Borse. E qui il presidente della Commissione ha preso una posizione precisa: «Il modello federativo a livello europeo appare dotato di maggiori possibilità e capacità di aggregazione». Quasi un invito al suo ospite, il presidente di Borsa Italiana Massimo Capuano, a seguire la pista tedesca qualora l’aggregazione con Euronext implichi anche la fusione con il Nyse. Un intervento pesante, a pochi giorni dal cda della Borsa di venerdì prossimo.
Calciopoli. «L’uscita dalla Borsa delle società di calcio richiede un’offerta pubblica d’acquisto totalitaria».

Non ci sono alternative, dice Cardia, tranne interventi straordinari che però dovranno tenere nel dovuto conto le esigenze di tutela degli azionisti di minoranza». E sulla quotazione dei club Cardia ha ricordato che «le condizioni per la quotazione sono state create dalla volontà del legislatore che ha consentito nel ’96 la loro trasformazione in società per fini di lucro».

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