Recupero dei farmaci: la Regione dimentica Henriquet

Recupero dei farmaci: la Regione dimentica Henriquet

La memoria è al centro di molte cose positive. C’è, però, chi l’ha corta. La Regione, per esempio, in tema di recupero dei costosissimi farmaci tumorali, ha «dimenticato» chi fece la battaglia per far passare la legge sul riciclo delle medicine, attribuendosi addirittura il merito di una norma basata sull’iniziativa di privati. Il caso risale a tre anni fa. A Genova, un'associazione di volontari, la «Gigi Ghirotti», che da anni si occupa di assistenza ai malati terminali, lancia l’idea di riciclare i farmaci non più utilizzati da malati deceduti. L’obbiettivo è ottenere un forte risparmio in termini di spesa sanitaria pubblica (molte confezioni costano migliaia di euro alla confezione) e mettere a disposizione immediatamente medicine preziose per chi ne ha ancora bisogno. L'associazione avvia questo «circolo virtuoso», ma un giudice la blocca. Il medico Franco Henriquet, fondatore del sodalizio, viene addirittura inquisito per detenzione illegale di stupefacenti: una sessantina di fiale di morfina e duecento pastiglie di un antiepilettico, trovate dai Nas nella sede della Gigi Ghirotti. Parte una lunga battaglia giuridica e sociale. Anche Il Giornale difende i progetto e si schiera a difesa di Henriquet. Al fianco del medico anche politici di tutte le formazioni politiche e volontari storici dell’associazione, come Piero Randazzo, esponente della sinistra genovese che interpella il Csm perché considera irregolare l'azione del giudice. La vicenda si chiude pochi mesi fa con il proscioglimento del presidente della «Ghirotti». Il clamore del caso genovese, però, costringe il governo Prodi, poco prima della sua caduta, ad inserire nella Legge Finanziaria la norma sul riciclo dei farmaci. Norma che, da mesi, le Regioni dovrebbe far rispettare. Ed ecco che tutti si danno da fare per, in qualche modo, condividere, anche se tardivamente, quella scelta che costò la denuncia a Franco Henriquet. La Regione per esempio, l'8 agosto scorso, in un comunicato, parla di «direttiva regionale proposta dall'assessore alla Salute, Claudio Montaldo che dà attuazione ad una disposizione della legge Finanziaria del 2008, senza la quale fino ad oggi era impossibile provvedere legalmente al recupero dei farmaci». Sulla battaglia di Henriquet neppure un amen. Randazzo non ci sta: «Vorrei solo - dichiara - fosse riconosciuto a Henriquet il merito di una battaglia che fino a tre anni fa lo vide lottare, con pochi amici e collaboratori, contro un’impostazione illogica e antisociale». E anche antieconomica. «Sì, perché - aggiunge Randazzo - recuperare i farmaci da parte di ospedali, cliniche e associazioni, vuol dire risparmiare oltre 40 milioni di euro l'anno». Mica bruscolini. E questo, l’assessore Montaldo e la Regione, proprio non possono dimenticarlo.

Come l’appuntamento del 2 settembre quando Asl, Regione e associazioni dovranno fare il punto sull’applicazione della legge che prevede il recupero dei costosi farmaci anti-tumorali. «Un controllo - avverte Randazzo - che dovrebbe essere fatto in tutte le regioni. E forse si riuscirà ad arginare un po’ il buco mangiasoldi della sanità nazionale».

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