Regina della neve fra attori e marionette

La compagnia Colla interpreta la famosa fiaba di Andersen fino al 29

Viviana Persiani

Rappresentazione storica, appartenente al ricco repertorio della compagnia Gianni e Cosetta Colla che continua a far sognare ad occhi spalancati la purezza degli animi dei ragazzini. La Regina della Neve famosissima fiaba di Andersen fino al 29 gennaio al Teatro della Quattordicesima, offre il candore di un allestimento che, tra marionette e attori, tra il diavolo tentatore e l'ingenuità della protagonista, è immerso nel bianco più assoluto. Stefania Colla, che in genere si occupa delle sceneggiature delle favole presentate a teatro, oltre che a lavorare sopra le quinte muovendo le marionette, racconta come lo spettacolo, scritto per il teatro per ragazzi dal nonno Gianni in collaborazione con Sandro Bajini nel 1981, abbia mantenuto le sue caratteristiche originali, anche dopo essere stato sottoposto ad «asciugature». «Debuttò nel 1982 "La regina della Neve" vista da Gianni Colla la cui messinscena, pensata da Luigi Veronesi, pittore astrattista, si presentava come un quadro bianco sul quale si muovevano tutti i personaggi e gli attori in carne ed ossa che, vestiti anch'essi di bianco assumevano differenti colori a seconda delle luci che proiettavano su di essi i loro colori».
Avete mantenuto questa particolarità originale?
«Sì; anche se si tratta di una fiaba che appartiene alla tradizione favolistica, credo che questa sia una rappresentazione efficace, di grande impatto visivo».
Ne ha avuto la prova?
«Sì, questo è uno spettacolo che ogni anno riproponiamo proprio per il grande apprezzamento da parte del pubblico; accanto alle novità, ispirate a racconti che portiamo in scena mantenendo un ritmo incalzante, tipico del giorno d'oggi, giocoso e goliardico a tempo di musiche moderne e sound coinvolgenti, concediamo spazio anche alla fiaba per eccellenza, trattandola in quanto tale. "Peter Pan", "Alice nel Paese delle meraviglie" "Il mago di Oz", per citarne qualcuna, sono racconti dinamici, rivisti adattandoli anche a un linguaggio moderno e più comprensibile per il pubblico di bambini che ci segue».
Il linguaggio della Regina della neve, invece, come si configura?
«Rispetto alla messinscena di mio nonno, ad esempio, oltre ad essere stato asciugato e abbreviato, il testo è più comprensibile. Pur avendo eliminato certi termini insoliti, abbiamo tuttavia conservato un linguaggio aulico, tipicamente fiabesco, fedele a questa tradizione».
Come è nata l'idea di associare le marionette a personaggi veri?
«È una innovazione che risale al 1961, introdotta da mio nonno che volle differenziarsi dagli altri gruppi marionettistici che si indirizzavano a un pubblico di bambini. La sua è stata una trovata geniale che ha revitalizzato l'attività teatrale per ragazzi.

Anche oggi, noi, eredi del teatro di Gianni Colla, apparteniamo all'unica compagnia che porta sulla scena, accanto a personaggi mossi da fili, autentici attori con una preparazione artistica adeguata: dalla dizione, all'intonazione, senza tralasciare l'arte mimica. Questa è la nostra peculiarità che continua a differenziarci rispetto agli altri artisti che si rivolgono al pubblico dei bambini».

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