Regione: aria di crisi per Marrazzo

Marcello Viaggio

La prima vera crisi della giunta Marrazzo è dietro l’angolo? O tutto finirà, come sostiene il capogruppo regionale dell’Idv, Giovanni Colagrossi, con le dimissioni dell’ufficio di presidenza e la sua rielezione? L’elezione del consigliere regionale Stefano De Lillo a segretario dell’Ufficio di presidenza alla Pisana, ha innescato una crisi a catena dalle conseguenze imprevedibili. È stato come accendere la luce in una stanza piena di gas: il botto ha scosso dalle fondamenta il Palazzo. Ora sta a Marrazzo raccogliere la polvere e rimettere ordine fra i cocci. Ieri mattina il consiglio è rimasto paralizzato dalle riunioni di maggioranza, per poi venire aggiornato al prossimo 1° agosto. Nel pomeriggio c’è stata invece una riunione fiume con lo stesso presidente della Regione. La crisi si risolverà con l’escamotage di rieleggere l’ufficio di presidenza? Probabile, ma non ancora certo.
Stefano De Lillo, protagonista del braccio di ferro con il suo ex gruppo di Forza Italia, dopo avere incassato 32 voti ed essere stato eletto all’ufficio di presidenza, intanto mette le carte in tavola: «Nel centrodestra c'è chi dice che non è stata rispettata l’indicazione della minoranza e c’è chi chiede addirittura di tornare al voto. La mia elezione, però, è pienamente legittima. Si tolgano dalla testa di rivotare: diversamente mi rivolgerei senza esitare al Tar per far valere i miei diritti». Ovvio che in caso di dimissioni della presidenza, tutto il discorso cadrebbe. L’ex consigliere di Fi continua ad accusare i suoi ex sodali di non essere stati ai patti: «A votarmi sono stati consiglieri sia di maggioranza che di opposizione. Nonostante l’indicazione contraria, ho raccolto voti anche dai banchi di centrodestra». Forse perfino da uno o due consiglieri di Fi, sembra far intendere.
Un’elezione, quella di De Lillo, che ha tuttavia rimescolato le carte nella stessa maggioranza. Nelle ultime ore la crisi sta uscendo decisamente dall’ambito di Forza Italia, scuotendo tutto il castello di carte su cui si regge lo stesso governatore Marrazzo. I fatti parlano chiaro: mercoledì pomeriggio, verso le 18, subito dopo la votazione favorevole a De Lillo, la maggioranza ha sospeso i lavori alla Pisana ed è rimasta in riunione fino a mezzanotte. Oggetto della discussione la sorte del presidente del consiglio Massimo Pineschi e l’azzeramento dell’Ufficio di presidenza, su richiesta, sembra, dello stesso Marrazzo. Ma c'è chi ha preso la palla al balzo puntando il dito sulla giunta e le poltrone che contano. Una contesa senza esclusione di colpi fra i partiti dell'Ulivo e gli altri, quelli rimasti finora con le briciole.
«D’altra parte, se si ridiscute del ruolo di Pineschi, Milana e Lucherini - avverte una gola profonda della maggioranza - è logico che si rimettano sul piatto anche gli assessorati». L’Italia dei Valori, per fare un esempio, chiede da tempo di entrare in giunta. La Margherita vorrebbe mettere lo stesso Milana al posto di Pineschi che, pur essendo un esponente di punta della lista Civica di Marrazzo, verrebbe abbandonato al suo destino dal presidente della Regione. Pineschi avrebbe rassegnato le dimissioni a settembre e si farebbe quindi da parte con due mesi di anticipo. Ma anche l’Udeur starebbe facendo la voce grossa per cambiare il suo assessorato, quello agli Affari istituzionali e sicurezza, con uno più importante. E forse - secondo la gola profonda - per cambiare lo stesso assessore, Regino Brachetti. Intanto proprio all’Udeur ieri è approdato Gianfranco Bafundi, ex Udc.

Solo un caso? Da ultimo il caso di Alessio D’Amato (Ambiente e Lavoro): il segretario romano e capogruppo dei comunisti italiani prenderebbe la palla al balzo per reclamare anche lui il suo posto alla corte di Marrazzo.

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