No alla chiusura della sede genovese di Fintecna e piene garanzie occupazionali di lungo periodo ai lavoratori. Lo ha ribadito ieri la Regione Liguria in una lettera inviata dall' assessore alle Politiche Attive del Lavoro e all'Occupazione Giovanni Vesco ai vertici della società - dal presidente e amministratore delegato Maurizio Prato, ai direttori generali Vincenzo Cappiello e Giancarlo D'Andrea - alla vigilia dell' incontro fra azienda e sindacati, in programma oggi a Roma.
L'incontro rientra nelle consultazioni previste sul conferimento in Valtecna Srl del ramo aziendale della direzione immobiliare di Fintecna Spa.
«Genova, nel recente passato, ha purtroppo assistito alle perdita di importanti realtà industriali ed economiche pubbliche e private e non è certo da auspicare un venir meno di Fintecna, azienda di assoluta rilevanza e livello nazionale e locale, a un ruolo istituzionale», afferma Vesco.
«I lavoratori Fintecna degli uffici Fintecna provengono dalle sofferte dismissioni di Ilva e Iritecna e, sebbene provenienti da settori diversi, hanno dimostrato volontà e capacità, adeguando le proprie professionalità alle nuove esigenze aziendali» aggiunge l' assessore.
Vesco, disponibile a un incontro con la società, auspica che Fintecna mantenga una presenza a Genova anche per quanto riguarda le attività immobiliari e ambientali, anche in previsione di un possibile coinvolgimento nelle attività di bonifica dei siti industriali in Liguria, con particolare riferimento alla bonifica delle aree di Cornigliano.
«Non possono essere dimenticati, infatti, gli esiti negativi, in termini occupazionali, di molte operazioni di conferimento e successiva privatizzazione. È forte, infatti - aggiunge l'assessore regionale al lavoro - che l'eventuale cessione del ramo di azienda da Fintecna a Valtecna preluda all' alienazione, entro pochi anni, degli immobili e alla liquidazione - di fatto - della società».
Ciò che si vuole evitare, comunque, è che unaltra realtà industriale finisca con lo sparire dalla scena ligure. Già diverse altre, seppure ognuna con una motivazione diversa, hanno chiuso i battenti per sempre. Tanto che Genova, ormai, non può più essere considerata uno dei vertici del triangolo industriale Genova-Torino-Milano.
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