Elezioni Regionali 2023

Regione, una poltrona per tre. Un faccia a faccia a distanza

Per spiegare la Regione Lombardia che verrà 40 minuti a testa. Polemiche su sanità, trasporti e probabili alleanze

Regione, una poltrona per tre. Un faccia a faccia a distanza

Secondo Pierfrancesco Majorino in Lombardia non c'è proprio niente che vada bene. Il candidato del Pd e del M5s continua a promettere che se sarà eletto «ribalterà» praticamente qualsiasi cosa, dal sistema delle Aler per la gestione delle case popolari all'impianto della sanità o a quello dei trasporti. Letizia Moratti, che al Welfare lombardo ha lavorato da assessore, preferisce invece attaccare il governo per «un lassismo» sulle politiche vaccinali a cui, a sua detta, si sarebbe allineata anche la Regione. Ma il presidente della Lombardia Attilio Fontana non ci sta e passa al contrattacco: «Qualcuno dice che la Regione è in difficoltà quando invece stiamo vedendo come sia la prima per recupero di posti di lavoro e investimenti stranieri». Una ripresa sostenuta anche dal Piano Lombardia, quattro miliardi di euro investiti in opere pubbliche anche «per far capire ai nostri imprenditori che, in quei momenti drammatici, noi credevamo in loro».

I tre candidati ieri si sono confrontati «in successione» al Palazzo delle Stelline di Milano, durante l'evento «Direzione Nord - Verso le Regionali». Quaranta minuti a testa per esporre le proprie idee sulla Lombardia: «Ma Fontana sfugge al confronto comincia Majorino questo vuol dire che ha pochi argomenti». L'europarlamentare trova sponde anche in Moratti ma Fontana non ha intenzione di partecipare a un confronto «fondato sul chiacchiericcio e sugli insulti», anche se comunque «ne riparleremo». Intanto il governatore assicura che sul nucleare di nuova generazione «c'è grande interesse» da parte del Pirellone, mentre sul trasporto pubblico locale, dopo lo scambio di accuse sui rincari dei biglietti di Atm a Milano, Fontana risponde per le rime a Majorino: «Dovrebbe iniziare a leggere le carte. Si renderebbe conto che la Lombardia è l'unica in Italia che destina più di 400 milioni di risorse proprie per integrare quelle che arrivano da Roma».

Moratti insiste sulla messa a gara del servizio di Trenord, una cosa «che non mi spaventa commenta Majorino - ma se metti a gara adesso questa roba qui privatizzi e basta». L'europarlamentare del Pd promette «una svolta radicale» sui diritti, a partire dal riconoscimento del patrocinio al Pride e dal «rilancio dei consultori». E per la sicurezza sui treni «si deve chiacchierare di meno e fare di più aggiunge spesso le donne si sentono insicure e questo è inaccettabile». Il reddito di cittadinanza, invece, è uno strumento «che non va abolito».

Non la pensa così Moratti: «Non fa parte del mio programma». L'ex sindaca di Milano continua a dirsi disponibile al confronto sui contenuti con i consiglieri del Comitato Nord, la corrente fondata da Umberto Bossi: «Ho dimostrato di essere aperta a tutti, anche a loro, che sono espressione di un disagio evidente nella Lega», dichiara Moratti che non chiude a nuove esperienze politiche future, anche con partiti vicino al centrosinistra. «Bossi frena i suoi entusiasmi Fontana ha sancito che la Lega sarà unita al mio fianco. E il Carroccio non ha mai mollato quelli che sono i nostri temi: io sono cinque anni che parlo di autonomia».

Majorino, che strizza l'occhio anche gli attivisti per il clima che bloccano il traffico o lanciano vernice, fa sapere che i 5Stelle entreranno in giunta in caso di sua vittoria e si dice pronto a portare avanti il dossier delle Olimpiadi del 2026 «nel segno dello stop al consumo di suolo».

Moratti, che «corre per vincere» e non ha un piano B, rifiuta infine l'etichetta della «Margaret Thatcher» lombarda: «Lei con i sindacati ci ha sempre litigato, io ho invece ho sempre cercato di andarci d'accordo».

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