MA "REPUBBLICA" FINISCE SEMPRE IN BIANCO

Com’è cominciato il caso Noemi? Con un articolo di Repubblica. Chi è che ha cercato di trasformare un divorzio in uno scandalo istituzionale? Sempre Repubblica. Chi è che prende un operaio pregiudicato, attendibile come un venditore di tappeti finti, e lo trasforma nel «teste chiave» dell’operazione? Ancora Repubblica. E chi è che scatena i suoi cronisti a caccia di rivelazionI piccanti su Berlusconi, per cercare di sostenere un servizio intitolato l’«Harem di Silvio»? L'espresso, il settimanale del gruppo Repubblica.

Mi rendo conto, come voi, cari lettori, che questa campagna elettorale ha toccato il fondo. Mi rendo conto che negli ultimi giorni non s’è più parlato di sicurezza edi immigrazione perché eravamo troppo occupati dietro le esternazioni di Laura del Grande Fratello. Mi rendo conto che tutti i quotidiani stanno trascurando le future politiche sociali europee perché devono dare spazio alle precisazioni di Apicella o alle lettere di Gino ’o pollo. Ma vorrei che fosse chiaro un punto: se tutto ciò succede è perché un grande gruppo editoriale italiano, a un certo punto, ha deciso di impegnarsi ventre a terra non per informare, non per avanzare idee o proposte, non per sostenere le tesi di questo o quel candidato, ma solo per distruggere Berlusconi. Questo è successo nel Paese in quest’ultimo mese. Niente di più, niente di meno.

È partito un attacco furibondo per fare a pezzi non un partito, non una linea politica, non uno schieramento elettorale, ma un uomo.E per cercare di ottenere questo risultato i giornalisti del gruppo di De Benedetti non si sono fermati davanti a nulla: non hanno esitato ad utilizzare mogli, fidanzati, ex fidanzati, zie, nonne, cugini, soubrette e paillettes. Non hanno esitato a trasformare un quotidiano politico in «Repubblichella 2000», non hanno esitato a trasformare ex inviati con i baffi in epigoni di Fabrizio Corona, ottimi candidati per la prossima direzione di Eva Express.

Vi fa schifo? A noi sì, un po’. Ma il terreno della partita non l’abbiamo deciso noi: altrimenti avremmo sceltoun campo un po’ più asciutto. Evidentemente a loro piace giocare in mezzo al fango. Fango erano le dichiarazioni dell’ex fidanzato Gino, come abbiamo definitivamente dimostrato sul Giornale. E fango è quello che gli inviati del gruppo debenedettiano stanno cercando di raccogliere in giro per l’Italia. Effettivamente sono scatenati. Ieri vi abbiamo trascritto la testimonianza di una ragazza, Laura, già partecipante al Grande Fratello, che è entrata in contatto con alcuni giornalisti dell'Espresso, ben disposti a pagarla per riuscire a incastrare Berlusconi. L'espresso ha smentito di aver offerto soldi per intervistarla. E i casi sono due: o all’Espresso non sanno leggere oppure ciurlano nel manico.

Noi, infatti, non abbiamo mai scritto che oro offrivano soldi per intervistarla. Abbiamo Scritto che offrivano soldi per avere prove (sms, regali preziosi, foto piccanti). E questo l’Espresso non lo smentisce, perché non può smentirlo. Fra l’altro, è tutto registrato. E allora dicano i colleghi dell’Espresso: è vero o no che hanno contattato decine di ragazze del mondo dello spettacolo negli ultimi giorni? È vero o no che con loro hanno fatto domande e insinuazioni pesanti sulla vita privata di Berlusconi? È vero o no che a Laura hanno chiesto: «Berlusconi ti ha mai raccontato di essere stato con due donne insieme »? È vero o no che le hanno chiesto anche: «Ha controllo come uomo o no?». È vero o no che si sono detti disposti a comprare foto capaci di «renderlo ridicolo»? È vero o no che come foto capaci di «renderlo ridicolo» hanno portato a esempio «due donne che si baciano o che fanno lo spogliarello»? È vero o no che fra un’insinuazione e l’altra hanno anche tirato fuori come «leggenda metropolitana » quella secondo cui il premier si farebbe punture nel pene per avere rapporti sessuali che durano ore? È vero o no che sono scesi a tal punto nei particolari intimi che Laura a un certo punto ha domandato: «Mi state chiedendo se ce l’ha grosso»? E soprattutto: è vero o no che si sono detti disposti a pagare per vedere un ipotetico sms privato di Berlusconi, pur sapendo che si sarebbe trattato di palese violazione della privacy?

Visto che i colleghi dipendenti da De Benedetti amano tanto le domande, provino a rispondere a queste, se ci riescono. Lo ripetiamo: la conversazione è registrata. A noi resta un Po’ d’amarezza perché l’ultima settimana elettorale comincia a un livello non propriamente europeo. Ma se siamo arrivati fin qui, è chiaro, dobbiamo dire grazie a Repubblica& C: quando hanno capito che con Franceschini la campagna elettorale sarebbe stata un calvario e che non c’erano temi veri per attaccare il governo, hanno deciso di scendere al punto G, comegossip, e hanno scatenato la campagna Noemi.

Dalla critica politica alla distruzione privata, dai temi dell’euro a quelli della neuro: la cosa veramente sorprendente è che, con decine di giornalisti sguinzagliati, budget illimitati, tonnellate di interviste raccolte, miriadi di fotografi interpellati, non hanno trovato nulla per incastrare il premier. Nulla di nulla.

E così la malvagità di questa operazione, a una settimana dal voto, finisce per rivoltarsi tutta contro di loro, in un altro clamoroso autogol. Poveretti: prima vedevano solo nero, poi si sono dedicati alla cronaca rosa. Ma, alla fine, il risultato cromatico non cambia: vanno sempre in bianco...

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