di Serena Coppetti
E d'un tratto una mattina ti stropicci gli occhi davanti allo specchio e scopri che restare giovane è un dovere. Non giovane-dentro, quello lo abbiamo anche fin troppo presente, ce lo ripetono da anni come un mantra ormai fino alla noia.
Giovane fuori. In faccia. Sul viso, tra il collo e le guance, la fronte e gli occhi. Su quello scampolo di pelle più esposta al mondo, al tempo, alle emozioni e alla vita vissuta. È un dovere idratare, levigare, mantenere elastico, tenere su. Un dovere (spingendosi parecchio più in là) rallentare l'arrivo delle rughe. Un dovere, banalmente, mantenere in forma tutti quei due metri quadrati di pelle che ci portiamo addosso da una vita. Lo dicono gli esperti: prevenire è meglio che curare? Bene, vale anche per la nostra epidermide. Via dunque quella patina di vanità che il derma si porta addosso, quasi come una condanna. Non è ostentazione o sciocco sfoggio come siamo comunemente abituati a pensare per di più con l'aggravante economica. Ma cura. Salute. Benessere. Effettivamente non si capisce perché questo gigantesco organo (perchè la pelle è un organo) deve essere considerato di serie B o addirittura C o D rispetto al cervello, ai muscoli, alle ossa e via dicendo per i quali ci prendiamo un bell'impegno a mantenere giovani e freschi. Corriamo senza sosta per imporre ai glutei di non seguire la gravità o per non vedere dondolare bicipiti stanchi. Nutriamo (per quanto possibile) il cervello sperando di mantenere accese quante più sinapsi possibili e arginare i buchi della memoria. Ci preoccupiamo, a giusta ragione, di mantenere oliati i vari ingranaggi del nostro corpo, ma quando si parla di pelle, è facile scivolare in un attimo dalla cura alla vanità. Dal benessere alla frivolezza. Deve essere quel suo essere «superficie» che inesorabilmente la condanna alla superficialità. Così gli esperti ora sfoderano dati scientifici come novelli scudi per difendere il nostro organo di difesa. La prova del nove è facile da fare. Associazione di idee: acido ialuronico. Se il vostro cervello ha fatto emergere immediatamente quella bella signora del quarto piano che scendeva le scale aggrappata alla ciambella delle sue labbra, significa due cose: 1) senz'altro lei era rifatta (probabilmente anche male) 2) la parola «prevenzione» legata alla pelle per voi con tutta probabilità si ferma alla dicitura sul barattolo della crema solare che mettete nella borsa delle vacanze. E va bene anche così. Magari siete di quelli che vanno orgogliosi dei loro intrecci di rette e oblique sul volto. E poco vi importa che ci sia un macchinario, tanto per fare un esempio, che stimola in profondità la pelle e fa sì che il «collagene» (naturalmente prodotto) invece di addormentarsi come (altrettanto naturalmente) succede dopo una certa età, venga aiutato a stare sveglio e a continuare a lavorare così da rendere la pelle meno fragile e più forte per contrastare le aggressioni (nocive) di sole, inquinamento etc etc? Dunque, care signore (e signori, perchè no) che invece siete in cerca di freschezza, ora la buona notizia è che insieme alla cellulite e alle rughe si possono buttar via anche i sensi di colpa maturati negli anni di pari passo con i segni del tempo.
La questione è squisitamente fisica, ci raccontano oggi dermatologi e chirurghi che si affrettano a spiegare che questi accorgimenti non hanno niente a che vedere con la modifica dei lineamenti.«La morte ci deve trovare vivi», ha detto qualcuno. Ora potremmo aggiunge, anche belli.
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