Restituire la luce alla retina

Bandello: tre iniezioni intraoculari di un nuovo anticorpo monoclonale possono evitare la cecità

La degenerazione maculare, dovuta a invecchiamento della «macula» (che è il nucleo centrale della retina) impedisce una visione corretta: tutto appare confuso e indistinto. Di giorno in giorno diventa molto rischioso - per esempio - guidare l’auto; anche la lettura del giornale è molto faticosa. Contro questa patologia senile (che colpisce il 15 per cento degli ultrasettantenni) si ottengono buoni risultati bloccando la crescita dei piccoli vasi che «oscurano» la macula con farmaci che - iniettati all’interno dell’occhio - riescono a contrastare efficacemente il pericoloso processo di vascolarizzazione. In quest’area viene adottato come farmaco di prima scelta un anticorpo monoclonale (nome chimico: Ranibizumab) che inibisce l’angiogenesi e arresta la progressione della malattia. Il New England journal of medicine ha già pubblicato due importanti studi clinici (Marina ed Anchor) che ne dimostrano l’efficacia e la tollerabilità. Il professor Francesco Bandello, cattedratico di clinica oculistica nell’Università di Udine e grande studioso di questa patologia, non ha dubbi: «Questo anticorpo monoclonale rappresenta una straordinaria novità terapeutica perché offre una reale speranza ai malati di degenerazione maculare senile; permette infatti di mantenere l’acuità visiva e - in una percentuale che possiamo definire significativa - addirittura di migliorarla, restituendo ai pazienti una normale autonomia nello svolgimento di tutte le attività della vita quotidiana».
I risultati degli studi pubblicati sul New England journal of medecine sono incoraggianti: in 40 casi su cento c’è un netto miglioramento (e comunque si arresta il processo degenerativo a carico della retina); comunque nel 95 per cento dei casi si mantiene la propria funzione visiva.
Approvato prima dalla Fda, poi dall’Emea, ranibizumab è disponibile in Europa, negli Usa e in Australia. Da una settimana anche i pazienti italiani possono essere trattati con questo anticorpo monoclonale (garantito da trials internazionali) all’interno di un ospedale: tre iniezioni intraoculari ad un mese di distanza l’una dall’altra.

Il professor Bandello, che ha già sperimentato questa terapia ricorda che il trattamento è gratuito nella struttura ospedaliera di Udine e tale dovrebbe essere nel resto d’Italia. Queste cure permetteranno finalmente di cancellare le «ombre» che rendono amara la vita dei pazienti con maculopatia.

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