RomaIl pacchetto-giustizia sarà pronto prima di Natale e ne discuterà un Consiglio dei ministri ad hoc. Lannuncio è del Guardasigilli Angelino Alfano che, dopo il vertice di maggioranza di martedì sera, è ottimista: la maggioranza andrà avanti politicamente «unita e compatta», perché questa è una delle sue «tematiche unificatrici». Così aveva detto il premier Silvio Berlusconi allincontro a Palazzo Chigi, raccomandando di superare le divergenze interne, emerse soprattutto sullistituto della «messa in prova» e dei lavori socialmente utili e di procedere «tutti insieme» verso la riforma. Nel pacchetto, oltre alle norme per il processo penale, ci sarà un piano per costruire nuove carceri anche coinvolgendo i privati, per arginare lemergenza sovraffollamento. Un modo anche per contrastare la pubblicità negativa sulla pretesa «mini-amnistia» della messa in prova, che tanto aveva fatto innervosire la Lega. La decisione è stata presa proprio nel vertice, cui ha partecipato anche il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli.
Alfano ne parla alla conferenza stampa a Palazzo Chigi con il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, in cui viene presentato il protocollo dintesa che, con 6 progetti, realizzerà la digitalizzazione dellintero settore, a incominciare dalla giustizia (per la quale è molto importante la notifica telematica), cominciando nel primo trimestre del 2009 e completando loperazione entro il 2010.
Per garantire la sicurezza degli uffici giudiziari Alfano ha inoltre avviato un «monitoraggio sulla loro tenuta statica». E ci sarà un Fondo unico per Giustizia e Interni che compenserà i tagli della finanziaria, dimostrando la «priorità» di questi settori, come dice il Guardasigilli.
La questione più delicata rimane quella dellistituto della «messa in prova» per incensurati che potrebbero evitare il processo svolgendo lavori di pubblica utilità. Le resistenze di Lega ed An riguarderebbero soprattutto il limite di 4 anni per i reati interessati dal nuovo sistema. Lex Guardasigilli Clemente Mastella aveva fatto la stessa proposta ma fissando il tetto a 2 anni, mentre è di 3 nel progetto di legge dellItalia dei valori. Laccordo nel Pdl si troverebbe appunto abbassando il limite. E il Guardasigilli smorza le polemiche, dicendo che sulla questione è stata posta «troppa enfasi». Nulla sembra comunque deciso e infatti Alfano dice che la coalizione valuterà «se portare avanti» la messa in prova e lobbligo dei lavori di pubblica utilità per ottenere la condizionale. Il ministro leghista dellInterno, Roberto Maroni, martedì aveva detto: «Non so cosè la messa in prova, mai sentita». E per alimentare le voci di contrasti interni cera stata anche una frase del titolare della Difesa, Ignazio La Russa, al termine del vertice: «La messa in prova? Se la terrà Di Pietro nel suo disegno di legge». Ma ieri proprio il reggente di An ha fatto ammenda, dichiarando il suo apprezzamento per il lavoro del Guardasigilli, forse anche nel timore di ripercussioni sul voto al Lodo Consolo, che riguarda i guai giudiziari dei ministri.
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