La ricetta per la felicità costa tre milioni di euro

La cifra consente di vivere di rendita, con 5mila euro al mese: ma niente lussi eccessivi. La somma è calcolata su una famiglia media con due figli

Eleonora Barbieri

da Milano

Il mitico «milione» non basta più: è pur sempre il doppio del vecchio miliardo di lire, ma non è sufficiente a garantirsi un’esistenza di rendita. Lo rivela un’inchiesta del settimanale Panorama che, insieme alla banca d’affari Merrill Lynch, ha anche calcolato «il prezzo della felicità»: 2.891.000 euro, da investire oculatamente, per non incorrere in brutte sorprese.
Il sogno di moltissimi italiani (e non solo) è infatti quello di rendere il lavoro un hobby e vivere grazie al gruzzolo accumulato, o vinto al Superenalotto: il 39 per cento, secondo un sondaggio commissionato dal settimanale a «Simulation intelligence - Sìmera», se avesse a disposizione un milione di euro smetterebbe di lavorare. Errore: un milione è tanto, ma non abbastanza per una rendita mensile di 5mila euro che è, appunto, quella «minima» per vivere con agio e in completo benessere. Non per strafare: niente elicottero o Ferrari, soltanto qualche lusso, e poche preoccupazioni.
Il calcolo di Merrill Lynch si basa sulla considerazione di tre parametri: nucleo familiare, rendita mensile e svalutazione del capitale. La famiglia-tipo è composta da una coppia di 40-50 anni, con uno o due figli e almeno una casa di proprietà: un identikit che funziona per il 70 per cento delle famiglie della penisola. Quindi, il reddito: al netto dev’essere di 5mila euro al mese, il doppio della spesa mensile di una famiglia media. La valutazione ha trovato una conferma anche nel sondaggio di «Simulation intelligence»: per il 66,3 per cento degli intervistati, per ritirarsi dal lavoro il capitale minimo dev’essere proprio di 5mila euro al mese; l’«errore» è che molti pensano che un milione sia la cifra giusta. Non lo è, perché bisogna tener conto di un’inflazione media del 3 per cento, a cui bisogna aggiungere qualche rischio: investimenti in titoli differenziati, in linea con la media dei ricconi europei, suddividendo il patrimonio in azioni, obbligazioni, liquidi e, in piccola percentuale, i più rischiosi hedge fund. Il tasso di svalutazione attuale farebbe sì che, nel giro di dieci anni, metà del famoso milione si sia già volatilizzata: altro che rendita, dopo qualche anno di felicità bisognerebbe ricominciare a rimboccarsi le maniche. I conti di Merrill Lynch consentono una bella vita, ma non troppo sopra le righe: niente a che vedere con quello che si può permettere un «ultra High net worth individual», ovvero chi abbia un reddito netto superiore a 30 milioni di euro.
Un semplice «Hnwt» ha un patrimonio di oltre un milione: una condizione che, in Italia, rende felici 200mila persone. Ma fra uno e trenta milioni passano molti soldi: e, se la felicità comincia dai tre in su, il lusso sfrenato è più difficile da raggiungere. Con i 2,9 milioni si può fare una bella vacanza; si possono far frequentare buone scuole ai figli; non è detto che si riesca a comprare una casa più grande o più comoda, un sogno che, come conferma il sondaggio, rimane il più ambito dagli italiani, seguito da viaggi e, a distanza, da un’auto costosa e una barca.


Panorama spiazza anche le donne che sogghignano, convinte di avere, comunque, un’ultima chance: sposare un nababbo. Anche qui, attenzione ai passi falsi: ci vuole un miliardario vero, non un «furbetto del quartierino». Altrimenti si torna a lavorare.

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