«Ridurre gli assessori? Risparmio 170 euro l’anno»

«Cen-to-set-tan-ta, centosettanta euro all’anno. Capito quanto risparmierà un Comune come Arconate dal taglio dei consiglieri?». Scandisce bene la cifra Mario Mantovani, sottosegretario alle Infrastrutture e primo cittadino (Pdl) della cittadina del nord Milanese, 5.440 abitanti in quella che fu Gallia Cisalpina e feudo dell’imperatore Federico Barbarossa. Solo qualche settimana fa, con la benedizione del ministro Sandro Bondi ha chiamato a raccolta sindaci, presidenti di Provincia, consiglieri e parlamentari. Il risultato è «Votati per la libertà». Non una corrente (ci tiene a ripetere), ma un movimento per dare forza e slancio al governo. Ai piccoli amministratori del centrodestra le sforbiciate di questa manovra sembrano non andar giù.
Ma la casta costa. E troppo. «Non c’è dubbio - sottolinea Mantovani - che il nostro Paese non si possa più permettere di spendere il 50 per cento del Pil per la pubblica amministrazione. Una mannaia ci vuole». E allora perché protestare per i tagli ai Comuni? Mantovani fa di conto. «Ad Arconate ci chiedono di scendere da 16 consiglieri a 12». Sarà mica un problema. «Lo possiamo fare, ma bisogna aver ben chiaro quali siano i vantaggi». Tre consigli all’anno sono obbligatori per legge: bilancio di previsione, consuntivo e di assestamento. Qualche altro argomento e si arriva a 4 o 5. Il gettone per i consiglieri è di 17 euro lordi. Per 4 consiglieri in un anno fanno 68 euro, moltiplicati per 5 consigli si arriva a 340 euro lordi. Che, una volta pagate le tasse, diventano 170 netti. «E vale la pena - si accalora - di rinunciare agli eletti dal popolo, a chi rappresenta la democrazia, per risparmiare 170 euro? I consiglieri sono vicini ai cittadini, conoscono i problemi dei quartieri: la discarica, la discoteca che magari fa baccano di notte, le fognature, la sicurezza. Il loro è un patrimonio di conoscenze, sono un anello di congiunzione importante». Da qualche parte bisognerà pur tagliare. «Cominciamo a dividere i Comuni virtuosi da quelli che hanno accumulato i debiti. Basta pagare i politici che mandano in rovina la comunità». A fare i debiti sono sempre gli altri. «Ma le pare possibile - frena Mantovani - che un ex presidente della Camera come Irene Pivetti debba avere per tutta la vita uffici, auto blu, segretarie, autostrade, treno e aereo gratis? E quanti ce ne sono come lei? Basta, chi non ha più cariche ricominci subito a usare la propria auto e a pagarsi i viaggi. Fatti magari per andare in vacanza. E perché in Sicilia il vitalizio arriva a 55 anni, dieci prima di un comune mortale?». Da tagliare, secondo Mantovani, anche le Province. Non da eliminare, da accorpare. «Perché non unificare Lecco e Sondrio o Cremona e Mantova? Si risparmia una prefettura, una questura, un comando dei vigili del fuoco, dei carabinieri, un ufficio del registro. Sono centinaia di impiegati bloccati in ufficio. Sparirebbero le inutili comunità montane. Un bel risparmio. Sia chiaro che, invece, sul territorio rimarranno tutti i carabinieri, i poliziotti e i pompieri che servono».

E la Lega? «La Lega ha ragione, l’istituzione Provincia è più vicina alla gente delle Regioni». E allora? «Meno Province, ma con più poteri. E con capacità impositiva. I centri di spesa più vicini agli elettori sono una garanzia».

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