Rifiuti, Napoli soffoca Berlusconi: "10 giorni per risolvere ogni cosa"

Ennesima notte di caos (il video), poi il vertice. Berlusconi: "Discarica gestita dalla Protezione civile". Per Terzigno impianti di depurazione e riqualificazione urbana. A Napoli i rifiuti invadono le strade: le immagini. Iervolino: "Colpa mia? Mi viene da ridere". Napolitano: "Pena e allarme"

Rifiuti, Napoli soffoca 
Berlusconi: "10 giorni 
per risolvere ogni cosa"

Roma - La situazione rifiuti da giorni è insostenibile. Ancora una volta si tratta di fronteggiare l'emergenza a Napoli e nel Vesuviano. Per farlo Berlusconi ha riunito a palazzo Chigi i ministri competenti, il governatore della Campania e il capo della Protezione civile Bertolaso. Insieme a loro ha steso, nero su bianco, le linee guida per riportare la normalità in Campania. "Prevediamo che in 10 giorni la situazione possa tornare nella norma", ha detto il presidente del Consiglio nella conferenza stampa dopo il vertice. "L’attività della Protezione civile diretta da Bertolaso, che già oggi si trasferisce a Napoli, sarà portata avanti d’intesa con associazioni locali. Il governo garantisce anche la disponibilità dei fondi, per un totale di 14 milioni, per le opere di compensazione". Cosa devono aspettarsi, a questo punto, gli abitanti di Terzigno? Il premier lo chiarisce senza tentennamenti: "Il piano rifiuti è molto preciso e per Terzigno prevede impianti di depurazione, bonifiche, impianti idrici e fognari, nonché di riqualificazione urbana".

Non c'è preoccupazione per la salute "Questa mattina - fa sapere il presidente del Consiglio - il ministro della Salute, dottor Fazio, ha svolto una relazione garantendo che in questo momento non ci sono preoccupazioni per la salute dei cittadini". 

Bertolaso: il piano funziona "Nel decreto erano indicate le località individuate secondo il criterio ella provincializzazione. Vi era una serie di siti, a Caserta, Avellino, Benevento, Salerno, e a Napoli Chiaiano solo per la città e Terzigno per l’area circostante, secondo i criteri della normativa euroopea". Guido Bertolaso, al termine del vertice sottolinea che "nessuno ha mai detto che il problema era risolto definitivamente" e che "non è che manchino le discariche, come abbiamo trovato quando questo governo si è insediato". Bertolaso ricorda che "il decreto, oltre alle cinque discariche da noi aperte, prevedeva anche queste due per Napoli e provincia e altri siti da aprire, consegnati a emergenza chiusa il 31 dicembre". Tutti siti "ancora con capienza notevole".

Situazione termovalorizzatori "Poi - prosegue - ci sono i termovalorizzatori. Conclusi i lavori a Acerra, che oggi funziona perfettamente, con due delle linee attive che trattano 1550 tonnellate di rifiti, producendo anche energia elettrica". "Un professore della Columbia University - spiega - ci ringrazia per la presentazione a New York e augura che Acerra sia il modello in altri 20 Paesi del mondo". "Acerra - sottolinea il sottosegretario - funziona e lo farà sempre meglio".

Nuovi impianti in arrivo Per la gestione dei rifiuti del Napoletano sono attive 5 discariche che "hanno una disponibilità ancora di oltre un milione di tonnellate" ma "sono previste altre 3 discariche che saranno aperte in tempo prima che finisca la disponibilità delle altre 5". E poi saranno aperti "i termovalorizzatori di Napoli e Salerno". Bertolaso spiega che con l’entrata a regime degli altri due termovalorizzatori "si risolverà tutto". E "non ci sarà alcun problema".

Caldoro: decisione forte e tempestiva "Ringrazio il governo per una decisione forte e tempestiva", commenta soddisfatto il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. "Il governo e la struttura del dottor Bertolaso possono intervenire laddove c’è stata una cattiva gestione del concessionario della discarica di Terzigno".

Niente rischi eversivi Berlusconi non ravvisa rischi eversivi negli scontri di Terzigno. A chi gli chiedeva se fosse stato predisposto un piano d’emergenza per fronteggiare il rischio eversione nel napoletano strumentalizzando la vicenda rifiuti, Berlusconi risponde: "Non ci sembra che il fenomeno sia così esteso e grave da pensare ad un piano d’emergenza. È un fenomeno localizzato - spiega il premier - e operiamo per individuare eventuali forze di spinta sulla popolazione con intenti fuori dal sistema democratico. Ma per ora il fenomeno ha un’estensione solo locale e dunque non preoccupante". 

Niente fondi dall'Ue Per l’apertura di una discarica in un parco nazionale le autorità campane "si possono scordare di vedere sbloccare i 145 milioni di euro di fondi europei attualmente congelati dalla Commissione europea". Lo ha fatto sapere la presidente dela Commissione d’inchiesta parlamentare europea, Judith Merkies, ricordando che dalle autorità italiane aveva avuto assicurazioni di diverso tenore rispetto a quanto sta accadendo in Campania. 

Napolitano: "Assumersi le responsabilità" "Ho seguito con profonda pena e crescente allarme la nuova crisi dei rifiuti a Napoli, le gravi tensioni che sono insorte e la situazione di avvilente degrado che essa ha determinato in provincia e in città. Era necessario e urgente che il governo si assumesse le sue responsabilità: e oggi l’ha fatto al più alto livello. È indispensabile che nessuno, nessuna istituzione, nessuna comunità, nessuna forza politica, si sottragga alle proprie responsabilità, al dovere di contribuire al superamento della crisi". Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una dichiarazione sull’emergenza rifiuti a Napoli. "Mi attendo che vengano dai napoletani - dice Napolitano - comportamenti ispirati a un rinnovato, più forte senso civico e spirito di solidarietà".

Iervolino: tutta colpa mia? Mi vien da ridere "La colpa è mia? Sarebbe troppo semplice e mi viene da ridere perché nemmeno la strega Bacheca riuscirebbe a mettere in ginocchio una regione pur volendo". Il sindaco di Napoli, Rosa Iervolino Russo, risponde così alle responsabilità che le attribuisce Berlusconi per la nuova emergenza. "È una barzelletta - ha detto - ci spieghi il perché della situazione". "Quando danno la colpa a me poco importa - ha sottolineato - il problema è quando si colpisce la città, le si butta addosso una croce e si arreca a Napoli un danno terribile". Il primo cittadino, però, si dice convinta che la colpa della nuova emergenza in città non sia responsabilità dei cittadini. "No, in questo disastro non c’entrano - ha concluso - non hanno colpe se ci sono in giro 2mila tonnellate. Possiamo dire che noi napoletani siamo un pò disordinati, qualcuno butta a terra il pacchetto di sigerette vuoto anzichè nel cestino, ma con l’emergenza non c’entrano".

Bossi: non aspettiamo il morto Anche il leader della Lega, Umberto Bossi, dice la sua sul'emergenza rifiuti in Campania. "Come fai a non intervenire? Non possiamo aspettare che ci scappi qualche morto".

Spazzatura per strada Nel capoluogo partenopeo al momento ci sono 1.915 tonnellate di rifiuti abbandonate in strada anche perché le giacenze sono cresciute dalla scorsa domenica quando si è acuito il problema del conferimento in discarica. Ad annunciarlo l’assessore all’Igiene del Comune di Napoli Paolo Giacomelli in una conferenza stampa a Napoli. "Se non riusciamo a smaltire questa immondizia, ossia 1.230 tonnellate circa al giorno a cui si aggiunge il materiale differenziato a 1.930 tonnellate quotidiane, la situazione è destinata ad acuirsi". Una soluzione per arginare il problema potrebbe essere fornita, secondo Daniele Fortini amministratore delegato dell’Asia, società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in città, dalla possibilità di mandare 1.200 tonnellate al giorno agli Stir ossia agli impianti di tritovagliatura di Caivano, Giugliano e Tufino oltre alle 700 tonnellate quotidiane da riversare, come attualmente si fa, alla discarica napoletana di Chiaiano.

Lo sfogo della Diocesi di Nola La Chiesa di Nola in una nota  sottolinea il momento drammatico che stanno vivendo le popolazioni vesuviane nell’area di Terzigno e Boscoreale, denuncia la gravità dell’apertura di una seconda discarica, chiama i cittadini alla protesta non violenta e denuncia con forza il rischio che il territorio venga svenduto, affermando, fra l’altro, "meglio poveri e dignitosi, che sudditi e destinati a vivere di veleni". La diocesi, guidata da monsignor Beniamino Depalma, lancia un appello ai politici: "Noi cristiani lo rivolgiamo agli amministratori locali. Con forza vi supplichiamo: non svendete la nostro terra. Non ci sono soldi o compensazioni ambientali che giustificano la compravendita di un territorio. Meglio poveri e dignitosi, che sudditi e destinati a vivere di veleni".
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