Roma - Silvio Berlusconi ribadisce la propria disponibilità a lavorare per modificare la legge elettorale, nel rispetto del bipolarismo. E subito dopo la riforma il Cavaliere non ha dubbi: bisogna tornare a votare. "Ho ribadito la preoccupazione per la crisi nella quale versa il nostro paese per l’obiettiva inadeguatezza del governo ad arrivare a quelle riforme che sarebbero necessarie per il futuro dell’Italia. Il primo dovere che abbiamo è uscire da questa situazione e tornare al voto", ha aggiunto Berlusconi che si è detto pronto a discutere sul Vassallum ma ha spiegato che non si è discusso di "grosse koalition". "Mi auguro che il clima di questo colloquio apra la strada a un confronto normale fra le forze politiche, in un clima di reciproco rispetto. La legge elettorale - ribadisce il leader di Forza Italia - è la regola del gioco e non credo che debba essere il frutto di un accordo tra le due forze maggiori, ma occorre un consenso più vasto possibile. Sono convinto che se le espressioni di volontà che abbiamo raccolto si manterranno, ci siano i tempi per la legge elettorale. Non abbiamo mai evocato l'ipotesi del referendum anche perché c'è la comune convinzione che si possa arrivare a una riforma elettorale". E se "non ci sono i tempi" per discutere di riforme, quella dei regolamenti parlamentari può essere realizzata, ma "parallelamente alla legge elettorale" prosegue Berlusconi che si dice disponibile a dare un contributo alla legge proposta da Franceschini: "Il problema però sono i tempi".
"Ho sentito altri partiti, sono disponibili" "Ho avuto modo di contattare anche altri partiti e mi sono fatto la convinzione che siano propensi ad accettare questa proposta", ha detto Berlusconi. "La situazione politica così come si è sviluppata è tale da richiedere un chiarimento sia a destra che a sinistra. Credo che un sistema proporzionale come quello a cui guardiamo possa essere una risposta". Il Cavaliere ha quindi fatto sapere che i partiti da lui contattati sono sia di centrodestra che di centrosinistra.
Veltroni: "Convergenze" Il segretario del Pd sottolinea innanzitutto la divergenza maggiore: "Noi vogliamo che il governo prosegua nel suo cammino di risanamento. Berlusconi, come gli altri del centrodestra, è contrario, ma non ha posto il veto su questo punto, dialogherà senza pregiudiziali". Poi le idee comuni: "Un nuovo bipolarismo, non forzoso: basato sul sistema proporzionale tedesco con sbarramento. Lavoreremo insieme in questa direzione alla ricerca di una soluzione. Siamo avanti con il lavoro". Poi i regolamenti parlamentari: "C'è disponibilità a varare una misura che segua la proposta Franceschini". Idee comuni sulle riforme costituzionali: "Più poteri al premier, senato federale, snellimento delle procedure, anche se - ammette Veltroni - Berlusconi, come gli altri del centrodestra, non sono disposti ad attendere tempi troppo lunghi". Chiusa ottimista di Veltroni: "Mai come oggi è di fronte a noi la possibilità di dare a questo Paese, nei prossimi 12 mesi, riforme certe e nuove. Questa è la condizione che si è creata, dobbiamo accelerare i tempi per evitare il referendum".
Concluse le consultazioni Il faccia a faccia tra Walter Veltroni e Silvio Berlusconi conclude il giro di consultazioni tra le forze politiche sulle riforme. L’attesa del mondo politico è concentrata su quello che viene definito un incontro decisivo non solo per il prosieguo del dialogo tra i Poli ma anche per gli assetti futuri di maggioranza e opposizione. "Tutti gli incontri che favoriscono il confronto sulla riforma elettorale e l’avvicinamento delle posizioni sono da guardare con grande attenzione - dice il presidente della Camera, Fausto Bertinotti - senza morbosità, ma certo con l’attenzione che meritano". Ci vuole, ribadisce, "un largo consenso in Parlamento per la riforma della legge elettorale". Per Francesco Rutelli, l’incontro di oggi "è un’occasione da non perdere: credo che Veltroni non la perderà e credo che anche Berlusconi avvertirà la responsabilità di chi non può dire sempre no". Pier Ferdinando Casini non rinunicia alla polemica e sottolinea che Berlusconi "fa due parti nella stessa commedia, vuole essere antitetico a Prodi e, al tempo stesso, non vuole che sia qualcun altro a dialogare con la maggioranza. Ma con l’attuale sistema elettorale il terzo polo è impossibile, occorre fare una legge elettorale alla tedesca con sbarramento al 5%, così i partiti, da venti, diventeranno cinque o sei".
Fini: "Berlusconi sbaglia dire no alle alleanze prima del voto" "È positiva la volontà di Berlusconi di discutere per arrivare al varo di una nuova legge elettorale che renda possibile e rapido il ritorno alle urne. È negativa la sua indisponibilità a una nuova legge elettorale che preveda la dichiarazione delle alleanze prima del voto".
Così Gianfranco Fini, leader di An, commenta le parole di Silvio Berlusconi dopo l’incontro del Cavaliere con Veltroni. Fini definisce inoltre "scontato" il no di Berlusconi al discutere delle riforme, "alla luce di quanto era emerso" nelle ultime settimane.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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