"Rilancio l’agricoltura con Ogm e ricerca"

Il neoministro Giancarlo Galan cambia linea rispetto a Zaia: "La scienza è decisiva, quel che mangiamo non nasce spontaneamente. Il mio rapporto con Umberto Bossi? È sempre stato affettuoso con me, ma non allo stesso modo nel corso degli anni"

"Rilancio l’agricoltura con Ogm e ricerca"

Venerdì il giuramento e la prima riunione di governo, oggi doveva partecipare al suo primo consiglio dei ministri europei dell’Agricoltura che però è stato annullato per l’impossibilità di volare. «Avrò più tempo per conoscere i miei nuovi collaboratori», garantisce Giancarlo Galan.

Com’è stato il primo giorno da ministro?
«Trascorso con un po’ di emozione, tra il giuramento davanti al presidente Napolitano, che considero il miglior presidente dell’Italia repubblicana, e la prima seduta di governo. Emozione rapidamente superata in silenzio, doveroso per una matricola».

Nemmeno una parola al debutto a Palazzo Chigi? Non è da lei.
«Sono andato ad ascoltare e imparare, di sicuro non mancherò di farmi sentire in tempi brevi».

Che cosa avrebbe detto a Lussemburgo ai colleghi europei?

«Avrei rappresentato i problemi della nostra pesca, che negli ultimi anni sta subendo una forte perdita di posti di lavoro. L’Europa deve intervenire. Ma non voglio dire che si deve cominciare dall’Adriatico piuttosto che dal Tirreno, dai mari o dagli allevamenti. Voglio vedere le carte e studiare, anche se la pesca è un mondo che conosco meglio di altri settori di cui si occupa il mio ministero, e verso di essa avrò un’attenzione particolare».

Per la pesca d’altura, di cui è grande appassionato?
«Non solo».

Ha già l’idea di chiedere aiuti o incentivi per le regioni più depresse?
«Vorrei prima trovarmi con i responsabili del ministero. È una struttura ben organizzata, con funzionari esperti e qualificati. Ho giurato venerdì, sono passati pochi giorni, a breve incontrerò i dirigenti e poi comincerò».

E da dove partirà?
«Tutto il mondo che attiene al ministero sta soffrendo. Lo si è visto anche in un appuntamento di eccellenza come l’appena terminato e come al solito effervescente e felicemente affollato Vinitaly. Problemi di produzione, di qualità: non dimentichiamo che la nostra agricoltura giustamente si vanta della nicchia e della grande qualità. Problemi di prezzi, perché nessuno vuole pagare troppo, ma anche di remunerazione dei produttori, che hanno diritto di poter vivere del loro lavoro e non di sussidi. Siamo in sofferenza come qualunque altro settore della vita economica che subisce la crisi».

Il Galan ministro appare più cauto del Galan governatore...
«La mia cautela nell’esprimermi è dovuta a uno scontato senso di responsabilità. Assicuro che farò di tutto e di più per ridare ossigeno alla nostra agricoltura. Una cosa le prometto: meno si parlerà del ministro e più delle questioni che interessano l’agricoltura, più sarò contento».

Un ministro invisibile?
«Vorrei che il mio dicastero si occupasse più di agricoltura e meno di politica. Vede, oggi (ieri per chi legge, ndr) è stata la giornata delle “Piazze del Bio”. Quanti giornali ne parleranno? Quanti hanno riferito dei convegni sulla politica agricola europea e i fondi strutturali europei destinati a finire nel 2013? Il mio impegno sarà rivolto soprattutto ad approfondire le questioni specifiche dell’agricoltura che sono numerose e complesse. Ma chi mi conosce per quello che ho fatto negli ultimi 15 anni sa che, oltre ad ascoltare, Galan ha sempre amato decidere».

Anche in materia di Ogm? Lei ha una visione meno dogmatica del suo predecessore Luca Zaia.
«Ho accettato, ubbidito, pagato anche in termini di vocazioni personali ciò che fa il mio governo. Sugli Ogm ho trovato una decisione condivisa, presa da Zaia e appoggiata da altri ministri. Ricordo però che il ministero può fare molto per la ricerca. È una banalità, ma amo ripeterla perché a volte le banalità sfuggono: 150mila anni fa l’uomo non passeggiava in mezzo a campi di grano, mais, segale o riso. Tutto è stato “domesticato” dall’uomo, voglio usare questo termine. Quasi nulla di quello che mangiamo è nato spontaneamente. Significa che la ricerca è fondamentale se vogliamo essere competitivi, in agricoltura come in ogni altro settore».

Vuol dire che da ministro rilancerà la ricerca sugli Ogm?
«Guardi com’è cambiata l’agricoltura negli ultimi trent’anni: per secoli le campagne sono state condotte a mezzadria, una gestione dell’impresa agraria che risaliva all’impero romano e oggi le generazioni più giovani nemmeno sanno che cos’è. Parlo da una regione come il Veneto dove l’agricoltura è stata tutto, ne ha formato la civiltà, e fu la crisi di quell’agricoltura che produsse miseria, fame, emigrazione, il Veneto della pellagra. Adesso siamo a un milione di addetti in Italia che vuol dire molti più trattori che uomini. Tutto è cambiato. Pensare che dire di no a una cosa significhi dire di no a tutto è follia, e nessuno è folle».

Ci sarà una spinta verso la sperimentazione?
«La ricerca fa parte delle finalità del nostro governo. Penso all’aiuto dato da un istituto come lo Zooprofilattico delle Venezie che svolge un’attività fondamentale a tutela della qualità e sicurezza alimentare. Vi lavora una scienziata come Ilaria Capua, che è stata definita tra le dieci eccellenze italiane del Sole24Ore: la stiamo trattenendo con i denti perché la vogliono in altri Paesi a fare ricerche sui virus animali».

Com’è andata con il suo nuovo collega ministro Bossi?
«Nelle riunioni di governo c’è poco spazio per i rapporti personali».

E fuori da Palazzo Chigi, come sono i vostri rapporti?
«Bossi è sempre stato molto affettuoso con me, anche se non allo stesso modo nel corso degli anni».

Bossi vuole un leghista come assessore veneto all’agricoltura anche se la giunta regionale è già fatta. Che ne pensa?
«Non commento. Sono entrato nelle vesti del ministro. Risponderei allo stesso modo se ci fosse un caso analogo nelle Marche o in Calabria. È un fatto che riguarda le forze politiche che hanno la maggioranza in Veneto. Porto il massimo rispetto alle scelte che faranno e mi auguro vengano fatte per il bene della regione».



Quindi è un problema di Zaia.

«Suo e dei partiti che lo sostengono. La Lega e per certi versi anche il Pdl sono agli inizi di un’inedita esperienza amministrativa e auguro loro di fare molto bene».

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