Assolto per non aver commesso il fatto e scarcerato. Così si è concluso il quarto processo che vede imputato Diego Pedetta, una delle persone accusate di aver ucciso il vicebrigadiere dei carabinieri Sandro Sciotti durante una rapina a Santa Maria delle Mole nel 2002. Lo ha deciso la seconda corte dassise dappello, presieduta da Guido Catenacci, che ha così respinto la richiesta del pg Antonio Marini che aveva sollecitato una condanna a trentanni di reclusione.
Prevale quindi la tesi del difensore di Pedetta, lavvocato Massimo Giuseppe Mercurelli. «La corte ha accolto le indicazioni che venivano dalla Cassazione - ha detto - ha stabilito la verità riconoscendo linnocenza del mio assistito. Nelle indagini cè stata unimpostazione unilaterale che non ha preso in considerazione tutti gli elementi». Inizialmente erano tre le persone imputate nel processo per la morte del vicebrigadiere: Diego e Roberto Pedetta e il nipote Christian Tucci. Mentre questultimo, ammanettato nelle Filippine, venne assolto dallomicidio, entrambi i fratelli Pedetta furono ritenuti colpevoli.
Roberto Pedetta, rintracciato a Barcellona, fu condannato dal gup di Velletri con rito abbreviato a 30 anni, confermati poi dalla Cassazione. Diego Pedetta, arrestato a Roma, in primo grado avrebbe dovuto scontare 30 anni di carcere inflitti dalla Corte dAssise di Frosinone ma in appello ottenne la riduzione della pena a 18 anni. Proprio questa è stata annullata dalla Cassazione, accogliendo il ricorso della difesa sulle perizie genetiche e quello dellaccusa sulla valutazione della pena. E tale processo è quello che si è concluso ieri davanti alla seconda corte dassise dappello.
I fatti risalgono al 13 giugno del 2002, quando un gruppo formato da tre persone avrebbe rapinato unagenzia della Banca Popolare del Lazio a Santa Maria delle Mole, nel comune di Marino.
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