Cronache

Rischio alga, Pericu rassicura ma i bagnanti non si tuffano

La Regione Liguria promuove un progetto di ricerca sulla pianta causa dei malesseri

Rischio alga, Pericu rassicura ma i bagnanti non si tuffano

(...) sono state limitate, tanto che questo tipo di infezioni non è trasmissibile, a differenza di altre, tipo la salmonella, che si possono prendere con acque inquinate. Il pericolo è passato. Non vorrei che ci fosse un effetto mediatico tipo quello della mucillagine del mare adriatico».
Il sindaco ha puntato il dito contro «l'effetto rindondante» dato dai mass media e ha voluto rassicurare tutti, ma i dubbi restano in gran parte dei cittadini. Ieri in molti hanno preferito rimanere alla larga dalle onde tra la Foce e Nervi. Anche a Bogliasco e Pieve Ligure, dove è stato revocato il divieto di balneazione, in acqua c'era poca gente. Gli indiziati numero uno sono i tre depuratori del levante cittadino. C'è poi l'inchiesta giudiziaria aperta dalla procura genovese per fare luce sulla vicenda. E anche gli assessori regionali Montaldo (Salute) e Zunino (Ambiente) hanno promosso un progetto di ricerca sull’alga tossica finanziato dal ministero della Salute.
Beppe Pericu comunque ha fortemente respinto ogni accusa di malfunzionamento degli impianti di depurazione. «I tecnici del Comune - ha spiegato il sindaco - sono immediatamente intervenuti per le opportune verifiche. Tutto è nella norma e, anzi, non risulta alcun collegamento fra il fenomeno, peraltro isolato, della fioritura dell'alga e gli scarichi fognari. Tuttavia continuiamo a monitorare la situazione insieme all'Arpal. Buona e opportuna l'indagine della magistratura. Il Comune è a disposizione della procura per offrire la massima collaborazione».
Secondo le informazioni ottenute dagli esperti durante il meeting dell'altra sera in Comune, non ci sarebbe quindi nulla da temere. Tuttavia la paura di rimanere intossicati rimane.
«È possibile che il fenomeno si possa ripetere - ha spiegato il primo cittadino - ma secondo gli esperti, almeno statisticamente, tende a non riprodursi nello stesso luogo. Potrebbe succedere, quindi, ma in altre regioni del Mediterraneo. Abbiamo quindi ricevuto assicurazioni dai tecnici dell'Arpal che i controlli sono stati aumentati, anche se è difficile prevenire. Chi si mangia le cozze raccolte sugli scogli - conclude il sindaco - si assume il rischio di stare male.

Per gli alimenti comprati nei supermercati e nelle pescherie non c'è nulla da temere».

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