A rischio chiusura 7mila artigiani e due aziende agricole ogni cinque

«Questa non è una Finanziaria: è una mannaia sui ceti produttivi di Milano e, soprattutto, sulle piccole e medie imprese artigiane». Parola di Domenico Zambetti, assessore lombardo all’Artigianato. Virgolettato che si concretizza nell’aumento delle aliquote previdenziali per gli artigiani di circa due punti e mezzo, nel prelievo forzato del Tfr, nella rivisitazione degli studi di settore verso l’alto e nell’aumento dell’imposizione fiscale a livello locale (addizionale Irpef e Ici).
Sintesi: «Questa manovra è contro lo sviluppo e contro chi produce ricchezza e lavoro» sostengono le associazioni di categoria. Risultato? «Immobilizzerà l’economia e quindi il 40 per cento degli imprenditori “over 58” - quelli in zona pensionabile - cesserà l’attività». Calcolatrice alla mano: settemila unità imprenditoriali in meno ovvero un vero salasso per il sistema produttivo nazionale che si fonda proprio sulla grande realtà della piccola impresa, di quella artigiana.

Ma la manovra penalizza anche l’agricoltura del Sud Milano poiché «sono imposti alle imprese vincoli antistorici e incompatibili con l’indispensabile elasticità dei meccanismi che regolano l’occupazione agricola». Che in soldoni si traduce in un rischio chiusura per due imprese ogni cinque.

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