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Il rischio tumori è maggiore per gli stranieri

I cittadini stranieri colpiti da un cancro muoiono più degli italiani. E questo non perché la malattia sia più aggressiva, ma perché viene scoperta in ritardo, fino a 12 mesi dopo. A lanciare l’allarme è l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), che mette in evidenza l’aumento dei tumori più direttamente correlati a stili di vita errati (polmone, testa-collo, colon-retto, stomaco) e al mancato accesso allo screening (collo dell’utero, seno e ancora colon retto). Questo si traduce in diagnosi tardive, che giungono quando la neoplasia è in fasi più avanzate ed è quindi più grave.

«In questa popolazione - spiega Carmelo Iacono, presidente degli oncologi - vi è poi un’incidenza maggiore di cancro al fegato, che ha origine in gran parte dei casi da cirrosi dovute a epatite B cronica, ed è quindi più frequente in popolazioni che non hanno ricevuto la vaccinazione, hanno vissuto in ambienti in cui questo prolifera o presentano altri fattori predisponenti come rapporti non protetti e abuso di alcol».

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