(...) e così ho fatto», racconta il paziente che pensa a uno scherzo quando la gentile signorina al telefono gli risponde: «Risonanza magnetica? Cè posto domani alle 11, o alle 13, oppure lunedì alle 14». Presa la palla al balzo, il paziente va ad Alessandria e arriva persino un po in anticipo, lappuntamento è alle 13, ma lui arriva alle 12 45. E subito lo fanno passare, sono già pronti, e siccome arriva da lontano gli dicono che se vuole attendere gli danno anche il referto. «Nel giro di unora e una quarto avevo in mano il referto che mi serviva, e me ne sono tornato a casa più che soddisfatto, riflettendo su quanto siamo indietro a Genova». Ma non è tutto. Una volta avuta la diagnosi, serve la terapia: una serie di sei sedute di «roentgenterapia». E qui nuovo disguido. «Sono andato a chiedere a centri convenzionati e mi hanno detto che siccome sono paziente della Asl 4 chiavarese che non paga i conti, non mi possono accettare». Detto fatto, al signor Marchionni viene consigliato di chiamare il Cup della Asl 4 che mi dice che a Rapallo, lunico centro disponibile effettua il trattamento dalle 15 alle 17 tre volte la settimana, in pieno orario di lavoro. «Adesso per fare sei sedute di tre minuti ciascuna mi toccherà prendere sei giorni di ferie», commenta amaramente Marchionni.
La vicenda che abbiamo raccontato è soltanto una delle tante che i cittadini liguri sono talvolta costretti ad affrontare. Ma il caso Alessandria dovrebbe essere di esempio anche per la Liguria, visto che offrendo buoni servizi, non soltanto si evitano le fughe di pazienti, ma al contrario si attirano pazienti da altre regioni e dunque si fa cassa.
Proprio a proposito di cassa, fa riflettere lallarme lanciato da Raffaella Della Bianca, consigliere regionale (Riformisti italiani) che a fronte di ripetute richieste di conti della Asl liguri non ha ancora avuto risposta dallassessorato regionale.
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