«Risultato chiaro, l’ostracismo verso di noi non paga»

Penati, ma dove credevi di andare senza di noi? Questa in sintesi l’analisi delle elezioni Provinciali di tutti gli esponenti della sinistra radicale milanese e no. Secondo i comunisti, è stata la mossa di presentarsi senza l’ala radicale a costare la poltrona al presidente uscente.
«L’ostracismo nei nostri confronti non paga - dice chiaro e tondo Marco Gatti, candidato al primo turno alla carica di presidente a Palazzo Isimbardi e ora fresco neocapogruppo in consiglio di Rifondazione, Comunisti italiani e Lista altra provincia -. Penati ha imposto a Milano la linea dell’autosufficienza del centrosinistra “corto, che poi è quella che vorrebbe imporre anche a livello nazionale,” ed è stato sconfitto dal voto dei cittadini. Questa è ormai una linea superata. Ce lo dicono i risultati: dove ci siamo presentati tutti insieme già dal primo turno, da Bari a Bologna passando per Cinisello, abbiamo vinto».
E sì che lo spazio per battere il centrodestra, sempre secondo Gatti, c’era eccome anche qui a Milano. «Podestà è di fatto un presidente dimezzato. Ha ottenuto meno di 541mila voti, praticamente solo il 22% degli aventi diritto al voto. Un dato preoccupante che ci dice che il vero vincitore di questo ballottaggio è invece l’astensionismo degli elettori che boccia anche Pdl e Lega, che qui a Milano, nel cuore della crisi economica e sociale, si dimostrano incapaci di risolvere i problemi e anzi spesso li aggravano, come nel caso di Malpensa».
I dati parlano chiaro, è vero. Fatto sta, però, che il centrodestra ha strappato Palazzo Isimbardi alla sinistra. e lo scippo brucia a tutti, moderati e no. La colpa, secondo i rifondaroli, è tutta del presidente uscente Penati e del suo partito. Al coro di critiche si unisce anche il segretario nazionale del Prc, Paolo Ferrero. «Il Pd ha scelto in molti casi una strada fallimentare, quella della rincorsa della destra sul suo terreno, come il caso della sconfitta di Penati dimostra chiaramente. Ma ora deve scegliere, perché la pesantezza della crisi non si può affrontare e risolvere seguendo politiche neocentriste e moderate».
Un punto di vista ampiamente condiviso anche dal capogruppo di Rifondazione in consiglio Regionale, Luciano Muhlbauer. «Cantare vittoria come fa Franceschini è quantomeno fuori luogo: le elezioni hanno confermato l’onda lunga della destra nel nord e in particolare proprio qui in Lombardia. Mi sembra perciò chiaro che il tempo dell’autosufficienza del Pd sia finito e che i metodi di destra praticati da Penati abbiano fallito».
Questo il passato, ora tocca pensare al futuro. E cioè alle elezioni regionali del prossimo anno.

Muhlbauer tende la mano al Pd, ma con riserva. «Serve di sicuro un’alternativa al regime formigoniano che dura ormai da vent’anni. Per questo le basi per un accordo con il Pd ci sono tutte. Se però loro vogliono proseguire con la storia dell’autosufficienza...».

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