Il ritardo di 10 minuti? Per tassare va bene

POLEMICA SUI PASSI CARRABILI Nuovo scontro a Palazzo Marino sul rispetto dei tempi. Il Comune è stato implacabile nell’escludere l’offerta Sea, flessibile invece quando si tratta di tartassare i cittadini

Il ritardo di 10 minuti? Per tassare va bene

I leghisti per provocazione appendono un cartello davanti all’ingresso di Palazzo Marino: «Passo carraio: chi paga?». I milanesi faranno i conti da gennaio con il ritorno di una tassa che non esisteva da 10 anni e la giunta Pisapia ha ripescato dal cassetto. Nel nuovo regolamento della Cosap (il canone di occupazione del suolo pubblico) approvato ieri dal consiglio - con il rischio (per la giunta) che gli aumenti slittassero al 2013, e a differenza di Sea questa volta 10 minuti di ritardo per il voto «passano» -, scompare l’odiata tassa sull’ombra, in pratica la proiezione delle tende solari che era fastidiosa da incassare soprattutto per l’amministrazione, ma dal 2012 scatta la stangata sui passi carrai. Abbassata del 10% per i condomini privati e di circa il 30 per le aree commerciali nel corso della discussione, visto che il centrosinistra ha dovuto trovare un punto d’accordo con Pdl e Lega che facevano ostruzionismo. Ma resta una nuova stangata. I calcoli sui 34mila passi carrai (e gli altri casi che rientrano nel nuovo documento) sono complessi, Milano viene divisa in 55 microzone e a ciascuna viene assegnato un coefficiente moltiplicatore, il Comune lancerà un sito ad hoc per aiutare i residenti a calcolare il costo. Ma l’assessore al Commercio Franco D’Alfonso anticipa che in centro i condomini dovranno pagare circa mille euro all’anno, nel semicentro circa 600, in periferia la cifra si aggirerà intorno a 200-300 euro. Se in un palazzo ci sono venti famiglie «diciamo che pagheranno dai 20 ai 50 euro a testa all’anno a seconda della zona». Ma chi ha una villetta? Il prezzo è pieno. Il Comune incasserà dall’intera manovra circa 43 milioni (6-7 con i passi carrai). Con la nuova Cosap scattano aumenti per tavolini e bar all’aperto, gli spazi ai mercati, persino le onlus che organizzano mercatini o esposizioni per raccogliere fondi occuperanno gratis solo per i primi 15 giorni, la deroga è più stretta. Scompare la deroga per distributori free press e materiale pubblicitario,
Neanche la votazione del regolamento è andata liscia. E ironia, anche questa volta «fatali» per i milanesi - dopo il ritardo dell’asta su Sea - sono stati dieci minuti. L’aula ha votato la delibera con 23 voti a favore (contraria tutta l’opposizione, compresi terzo polo e grillini). Per votare l’immediata eseguibilità che consente di pubblicare subito e far rientrare nel 2011 gli obblighi di pubblicazione all’albo, servono 25 voti a favore. In caso contrario, la stangata scatta dal 2013. Rizzo temporeggia, inizia a far discutere un ordine del giorno collegato (nel frattempo entra in aula il Pd Matta Stanzani, la quota sale a 24) ed esplode la polemica dal centrodestra. Il radicale Marco Cappato che aveva dichiarato a inizio lo sciopero del voto (sempre legato ai referendum ambientali) decide di interromperlo e si allinea. C’è il quorum, e Rizzo apre la votazione. Dieci minuti dopo il primo via libera, mai accaduto. Di fronte alle proteste il Pd Carlo Monguzzi afferma che «l’opposizione fa giochini in aula per fare ostruzionismo, la maggioranza adotta tecniche per tutelare i provvedimenti».

Ma Alessandro Morelli (Lega) e Giulio Gallera (Pdl) insorgono, «il presidente non ci rappresenta più, non deve prestarsi ai giochini ma tutelare soprattutto la minoranza, la sua posizione è in bilico». Rizzo si difende: «Rispondo alla mia coscienza, ho garantito l’aula»

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