Luca Telese
da Roma
Bianca, non a caso, è in bianco. I colonnelli, chissà perchè, sono tutti in blu, nemmeno si fossero messi daccordo: coreografia perfetta. Così, a fine serata, dopo un dibattito a sette voci, duranto due ore, con cinquecento persone inchiodate alle poltrone, Ignazio La Russa è giustamente euforico: «Un po di dissacrazione ci voleva, è andata benissimo!».
Stavolta ha ragione: la provocazione - in questa prima intensa giornata di Dormo o son destro, il convegno animato da quella che era (o è) la Destra protagonista - in effetti cera: Bianca Berlinguer, volto del Tg3, era chiamata a moderare la prima tavola rotonda nella storia di An con tutti i colonnelli. Risultato? Ritmo tambureggiante, domande caustiche, risposte al vetriolo, grande verve battutara di Francesco Storace, che esordisce con ironie sulla serata («Mica è un palcoscenico greco, con tutti sti colonnelli...»), poi sui premi Nobel-senatori a vita («La Montalcini è una grande donna, mi spiace che la usino per approvare gli emendamenti di Mastella...», e scatta un boato) e quindi incrocia le lame con la Berlinguer, raffica di siparietti niente male. Lui, volutamente sarcastico: «Anche questa domanda, dottoressa Berlinguer, conferma la superficialità del Tg3...». Lei, volutamente ironica: «Caro Storace, veramente io citavo Fini...». E così per tre volte, senza che uno dei due mollasse.
Dicevamo di Fini. Non cera, è stato il protagonista della serata. Uno si aspettava il rodeo fra colonnelli, qualche rifrittura imbuonita delle schermaglie congressuali, invece la trovata di La Russa ha sovvertito i ruoli. Perchè, a parte il caso Rovati (il capogruppo di An dice: «Bisogna sapere se Prodi ha mentito») la Berlinguer si è studiata a memoria il documento politico di Fini, e ha impostato il dibattito su questo schema: domande-test e risposta da un minuto: Siete daccordo con lui sul voto agli immigrati? O quando vuole più diritti per le coppie conviventi non sposate? Apriti, cielo: in platea inizia un tifo da stadio, fischi, applausi, risate, non mancano sorprese. Anche gli altri colonnelli ironizzano. Vedi Altero Matteoli, che interrogato suui girotondi di destra dice: «Qui tutti noi, a parte Ronchi, siamo cresciuti in piazza...». Ronchi fa una faccetta, il pubblico ride. La Berlinguer: «Perchè Ronchi no?». E lui: «Ero lunico perbene, Bianca!». Altre risate. La giornalista: «Il moderato Matteoli...». Faccia di Matteoli. Lei: «Beh, certo più di Storace!» (altre risate). Lei chiede se sono daccordo con Il Secolo che vorrebbe un Pancho Pardi girotondino di destra. A nessuno piace Pardi, ma tutti daccordo sulla protesta. Lei chiede: concordate con Barbareschi che vorrebbe An «meno nei salotti e più nelle piazze»? (sul marciapiede si ride, ma sul no ai salotti tutti daccordo). Però Matteoli ce lha con lattore («Lho trovato demagogico»). E La Russa: «No, bisogna ascoltare gli intellettuali anche se ci bastonano». Storace di nuovo motteggia: «Non posso far Pancho Pardi, tuttal più Sancho Panza!». Lopposizione al governo devessere «dura»? Stavolta la battuta è di Gasparri: «Ricordo che Groucho Marx in un film diceva: Non so di cosa parliate, ma sono contrario! Beh, in questo senso, vorrei una opposizione... marxista a Prodi!» (risate). Storace: «Voglio una grande manifestazione di opposizione della Cdl». La Berlinguer gli toglie la parola: Sei lungo. La Russa scherza: «Sai Storace vuole sempre parlare di più...». E lui: «Ignazio, fai comunella con il Tg3?». La Russa sulla protesta: «Non lo lo chiamiamo girotondo? Chiamiamolo mosca cieca. Purchè si faccia». Ma alla domanda su unioni civili e voto agli stranieri il dibattito si infuoca.
An, il ritorno dei colonnelli «Bisogna andare in piazza»
«Girotondi? Anche mosca cieca, purché si faccia qualcosa»
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