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Rivoluzione iPhone (e iPad): usarlo meglio ma usarlo meno

I servizi prima di tutto: Cupertino apre la nuova frontiera della tecnologia. Per l'utilizzo consapevole e più moderato dei nostri device

Marco Lombardo

Epperò non sono stati presentati nuovi prodotti. Puntuale, ecco il mugugno dell'era moderna, che viaggia su internet nei dibattiti del mondo digitale. E quando poi si tratta di un keynote di Apple, il dibattito diventa una valanga di parole.

La verità però è che la presentazione iniziale della WWDC 18 - ovvero la conferenza annuale degli sviluppatori che si tiene a San Josè - proprio di ciò non doveva parlare: di prodotto. Perché quello di Apple - e non solo di Apple - è un mondo fatto ormai soprattutto di applicazioni, e dunque di software. E dunque appunto di sviluppatori. Certo, poi, di solito capita che anche a giugno a Tim Cook scappi un nuovo device, ma quello che è successo lunedì segna il confine tra quello che è stata la tecnologia e quella che sarà. «Riguarda solo il software» ha detto all'inizio il Ceo, ed in effetti così è stato: perché l'hitech, ormai, è come i nostri fantastici device diventeranno sempre più quotidiani.

I numeri di Apple al riguardo sono mostruosi: Cupertino ha raggiunto i 20 milioni di sviluppatori nel mondo per 77 Paesi di provenienza in 10 anni di vita dell'App Store, che ormai conta più di 500 milioni di visitatori alla settimana. E in questi dieci anni sono stati distribuiti agli inventori di applicazioni più di 100 miliardi di dollari di guadagno. Cento miliardi. Di dollari. Arriveranno insomma (a settembre) i nuovi iPhone, nuovi tablet e computer sono alle viste. Anche in Italia avremo l'HomePod, l'assistente virtuale-riproduttore sonoro che altre case hanno già lanciato qui da noi. Ma quello che c'è dentro in tutto questo sta ormai diventando più importate dell'involucro: l'essenziale è che lo strumento sia all'altezza di quello che possiamo fare con lui. E che lui può fare per noi. Per questo Apple ha parlato solo di software, presentando anche alcune funzioni che possono sembrare superflue o financo inutilmente ludice. Eppure poi, come sempre, ci ritroveremo ad utilizzarle facendo il gioco degli scarti, ovvero scegliendo ciò che più ci sarà indispensabile tra tutto quello che sarà a disposizione. E l'ulteriore rivoluzione è aver pensato che con il nostro iPhone, che con il nostro iPad, viviamo ormai in simbiosi. E dunque abbiamo perso la cognizione del tempo.

Il nuovo sistema operativo di Apple, l'iOS12 che potremo scaricare in autunno, aggiungerà alcune funzioni per limitare il tempo di utilizzo di smartphone e tablet, praticamente un memo per noi e per i nostri figli. Per esempio: a chi non è mai capitato di svegliarsi la notte e di ritrovarsi a dare una sbirciata allo schermo pieno di notifiche? Ecco: quando si dorme, si dorme; e il «non disturbare» sarà pieno e senza possibilità di tentazioni. Sembra un controsenso? Non proprio. Siamo così immersi nella tecnologia che persino chi la inventa si rende contro che abbiamo superato il limite. Abbiamo avuto strumenti sempre più belli, ma il tempo del «prodotto prima di tutto» ormai si è esaurito. C'è quello che fa per noi, ci sono i servizi a nostra disposizione che devono migliorare la nostra vita. Imparare ad usare uno smartphone senza che diventi una dipendenza, è il prossimo passo del progresso.

Una rivoluzione? Già.

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