Rivoluzione moda in centro: si raddoppia

Le sfilate in Duomo e nei palazzi piacciono a critici e addetti ai lavori. A gennaio il bis a Castello e Centrale. Boselli: "Vogliamo tenerci la Loggia dei Mercanti". Un business da 7mila imprese e un miliardo di fatturato

Rivoluzione moda in centro: si raddoppia

Milano ha fatto la rivoluzione, e l’ha vinta. "Nessun trionfalismo" è la parola d’ordine del presidente della Camera della Moda, Mario Boselli. Ma si capisce che stapperebbe una bottiglia, visto che questa volta ha incassato pure i complimenti di quella stampa straniera sempre pronta a bacchettare il Paese. Con la festa di ieri sera a Villa Reale si è chiusa la prima settimana della moda del nuovo corso, fuori dai padiglioni della Fiera e dentro ai palazzi storici del centro, nei giardini di Palestro, piazza Duomo. Le hanno già battezzate le sfilate democratiche, e dato che il test ha funzionato si replica dal 16 al 19 gennaio con le collezioni uomo, e in nuovi spazi. Dopo il Giureconsulti, il palco sotto la Madonnina, Palazzo Clerici, il Circolo Filologico, la Loggia dei Mercanti, l’assessore ai Grandi eventi Giovanni Terzi anticipa che il Comune "è pronto a trovare altre location per le sfilate, prima di tutto il Castello Sforzesco, ma anche l’asse dal Duomo a via Dante, la stazione Centrale". E a "raddoppiare i fondi, perché sono ancora pochi": 500mila euro - su una spesa totale di 2,5 milioni foraggiati in larga parte dagli sponsor - il contributo dell’amministrazione per gli eventi collegati ai defilé. Ma "bisogna pensare al ritorno d’immagine internazionale per la città e le nostre imprese, all’indotto per negozi, bar, ristoranti, è un investimento ben fatto". E non solo per la settimana della moda, ma "anche per sostenere le imprese e importare creativi dall’estero". Per le prossime edizioni "dovremo coinvolgere gli show room, perchè tengano aperto la sera, con iniziative e musica gratis per tutti". La notte bianca del Quadrilatero ("Vogue fashion night") dello scorso 9 settembre, con le strade invase da 200mila persone ha dato il via.
I numeri della Fashion week: Boselli ha parlato di 2mila giornalisti accreditati di cui 1.200 da 40 Paesi del mondo, 171 collezioni, oltre 15mila buyer "e da segnalare una maggiore partecipazione di Cina e Far East in generale, più America e delegazioni 'rinforzate' ". Una stoccata al patron di Fiera Milano Michele Perini che aveva disegnato scenari apocalittici con il trasloco del caravanserraglio della moda dal quartiere fieristico al centro, arriva da Andrea Chevallard della Camera di commercio: "Il traffico non si è paralizzato e abbiamo dimostrato che Milano è un must per tutti". Si parla di nuove location e Boselli rivolge a Terzi una richiesta precisa: "Vogliamo la Loggia dei Mercanti in modo permanente". L’assessore prende tempo, il Comune dovrà fare i conti con il progetto in cantiere del City Center, il punto informativo della città. Per il futuro invece Boselli si mostra favorevole alla proposta di riservare l’ultima giornata della sfilate ai marchi che quest’anno sono rimasti esclusi dal calendario ufficiale, come le taglie forti e costumi da bagno ("ma anche loro devono accettare di non sfilare più il primo giorno come in passato"), scettico invece sulla possibilità di abolire le doppie sfilate ("le fanno i big, e non usciranno mai dalle loro case"«).

Il sindaco Letizia Moratti ricorda che la moda è un business da 7mila imprese e con un fatturato da un miliardo di euro, il 21% del Pil cittadino, "crea posti di lavoro e indotto, la città è fatta di eccellenze e criticità e bisogna tener conto di entrambe".

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