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Rizzo Nervo fustiga Minzolini Ma era lui a epurare i giornalisti

RomaSiluramento a freddo, con rimozione dalla conduzione per un famoso volto del tg, da un giorno all’altro, senza averlo neppure comunicato al comitato di redazione. Parliamo del terribile Minzolini? No, del suo principale accusatore in Rai, il consigliere d’amministrazione (quota Pd) Nino Rizzo Nervo. Nei corridoi della Rai, ultimamente, questa storia viene ricordata spesso, ogni volta che il fustigatore Nervo attacca le «epurazioni» di Minzolini al Tg1, quando esplode con un «adesso basta!» dopo «la rimozione ingiustificata dai loro incarichi» dei conduttori Tg1 tipo Busi e Ferrario, o con un «la misura è colma» perché - spiegava in uno degli ultimi comunicati - un direttore non può «rimuovere per motivi discriminatori, disprezzando le doti professionali di coloro che per anni hanno lavorato con impegno, serietà e competenza». Bene, bravo, bis.
Ma che ne penserà Rosanna Cancellieri, inviata del Tg3 che incappò proprio in Nino Rizzo Nervo quando questi fu nominato, nel 1999, direttore di Telekabul? Un bel giorno la Cancellieri fu avvisata al telefono da una collega, a cui era arrivato l’ordine di servizio (cioè i turni della settimana seguente) nel quale la Cancellieri, conduttrice storica del Tg3, non era segnata tra le conduzioni. Un errore? Neanche per sogno, una decisione del direttore Nino Rizzo Nervo, presa senza neppure sentire preventivamente il cdr del Tg3. A quel punto - ricorda un testimone di quella vicenda - «il cdr chiese un incontro a Rizzo Nervo, che spiegò vagamente la scelta, dicendo che la Cancellieri sarebbe stata utilizzata per “fare altro”», che è una giustificazione un po’ fumosa e che somiglia a certe «rimozioni ingiustificate». Il direttore, ora consigliere, doveva perfezionare un giro di valzer interno, con una nomina a caporedattore di un suo protetto che avrebbe, per una serie di incastri, richiesto l’arrivo di un nuovo conduttore e quindi la rimozione di un altro. La Cancellieri, appunto, che poi chiese ed ottenne - non senza fatica, raccontano le stanze di Saxa Rubra - un incontro con il Nervo-epuratore. Il quale le rispose che non ne poteva più delle sue papere in diretta, e per questo l’aveva fatta fuori. Motivazione curiosa perché la Cancellieri era nota per essere una conduttrice piuttosto precisa. Comunque sia «una rimozione ingiustificata», come chiarì il tribunale che, dopo l’immediato ricorso per il reintegro, diede ragione alla Cancellieri. Rizzo Nervo e l’azienda con lui non si arrese, andò in appello ma perse pure quello. A quel punto la Cancellieri venne reintegrata alla conduzione, come ora Rizzo Nervo si augura per le rimosse dal Tg1? Nemmeno per idea, solo una rubrica di spettacolo non certo equivalente al tg.
«La Cancellieri, visto che si era liberato un posto alla conduzione, chiese di poter tornare, anche nell’edizione della notte, facendo cioè un passo indietro. Ma il direttore non fece una piega». La Cancellieri ricorda bene la storia - e diremmo amaramente - ma preferisce non commentare: «Dico solo che la professionalità specifica del conduttore, che negli Usa ha l’indice di gradimento, non viene considerata abbastanza. Il direttore può scegliere chi conduce, ma serve una motivazione professionale precisa».
Su Rizzo Nervo in Rai circola anche un rumor (ma forse è leggenda), secondo cui da direttore del TgR, la testata che riunisce le edizioni regionali, da lui guidata dal 1996 al 1999, collezionò una quantità notevole di cause di reintegro. Chissà. Di certo c’è che il TgR-Lazio sfiduciò una volta il direttore Nervo, lamentando la «disorganizzazione del lavoro e mancanza di linea editoriale».

Ma almeno in quel caso non ci furono cause per «ingiusta epurazione». Di certo c’è anche che molti, in Rai, quando lo sentono indignarsi contro le rimozioni di stimati colleghi, non sanno se mettersi a ridere o mettersi le mani nei capelli.

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