Roghi nella zona colpita da Chernobyl

Russia ancora sotto assedio. Nuovi incendi hanno colpito le zone contaminate dal disastro nucleare di Cernobyl. Le piogge hanno ripulito l'aria di Mosca: scese le temperature

Roghi nella zona colpita da Chernobyl

Mosca - Russia ancora sotto assedio. Sebbene Mosca sia tornata a respirare per la prima volta da quasi due mesi di insolita afa che ha attanagliato gli abitanti, lo stato di emergenza non viene revocato. Nuovi incendi hanno, infatti, colpito le zone contaminate dal disastro nucleare di Cernobyl, nella Russia occidentale.

A rischio le zone di Cernobyl L’elenco delle zone colpite "nei territori più inquinati" include fra l’altro la regione di Briansk, al confine con Bielorussia e Ucraina, secondo la forestale. Il 6 agosto, solo in quella zona sono stati registrati almeno 28 incendi, su una superficie di 269 ettari, tutti colpiti nel 1986 dall’incendio della centrale atomica ucraina. Sul sito di Greenpeace Russia, due giorni fa è stata pubblicata una mappa degli incendi nella Russia occidentale, dalla quale si deduceva che nel territorio di Briansk erano scoppiati almeno tre focolai nei boschi inquinati dalla radioattività di Cernobyl. 

Mosca torna a respirare Nella notte, un temporale estivo ha ripulito l'aria di Mosca a un punto tale da far tornare quasi normale la concentrazione di ossido di carbonio. I termometri hanno segnato punti sotto i 30 gradi, ma durante il giorno, secondo le previsioni, torneranno a 32-34 gradi, un po' troppo per i russi, non abituati al caldo. Ma il capo del servizio meteorologico Roman Vilfand ha detto alle agenzie Interfax e Itartass di non poter escludere un ritorno dello smog nella capitale. I forti venti hanno comunque spento molti roghi in tutte le zone calde del paese, e la protezione civile annuncia che nelle ultime 24 ore il fuoco si è praticamente dimezzato ovunque: solo 92.700 ettari sono colpiti, contro i 174.000 di ieri mattina.

La cautela degli esperti Gli esperti restano cauti, perché si aspettano che le piogge tornino davvero sufficienti per riportare il paese alla normalità. Mobilitati contro i fuochi restano 166.000 fra militari, forze della protezione civile e volontari, mentre circa 150 specialisti stranieri - fra cui gli italiani, che hanno portato alcuni aerei - lavorano per combattere le fiamme.

Il caldo eccezionale in Russia segna un record mai visto nei 130 anni dalla nascita del centro per le osservazioni meteorologiche: anzi, secondo alcuni esperti, il paese non ha visto per almeno mille anni una tale presenza dell'anticiclone.

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