Uno, Alessio Stigliano, è praticamente architetto visto che per la laurea manca solo la tesi. L'altro, Alessandro Tenace, è a tre esami dalla fine del corso di Ingegneria dell'automazione al Politecnico. Per il momento, però, tutti e due hanno messo da parte libri e studi. Cresciuti nel quartiere milanese di Rogoredo («siamo orgogliosamente di periferia», dicono insieme), colleghi di liceo all'Einstein, nel 2013 iniziano a registrare qualche video a e postarlo in Rete. Le loro performance diventano presto virali: è l'esordio di un duo, i The Show. «Facciamo esperimenti sociali, abbiamo cercato di importare il modello dei prank americani».
Prank in inglese significa scherzo, beffa e di solito la vittima non sa di essere ripreso. Per chi ha una certa età, l'antenato dei The Show è Nanni Loy con la sua Candid Camera. «Lo conosciamo, così come teniamo presente altri esempi televisivi più recenti come le Iene o Scherzi a parte», spiegano. «Dormire sulla gente», è il primo esperimento pubblicato. «Vivere senza tetto a Natale», uno dei successivi, raccoglie quattro milioni di visualizzazioni. Ma è ancora lontano dal loro video record (fa parte di una serie, «Detto fatto») che sulla Rete viene visto ben 10 milioni di volte.
I due approdano in tv, con una serie di partecipazioni a programmi in onda sui canali generalisti. Vincono, tra l'altro, un'edizione di Pechino Express e pubblicano un libro per Mondadori. Oggi, a 28 anni, hanno deciso di dare un'altra svolta alla loro attività: per il loro canale Youtube, che ha oltre 2,6 milioni di iscritti, parlano ormai di «palinsesto», hanno allargato la squadra di lavoro con autori, tecnici e direttore di produzione. L'obiettivo è quello di diventare un vero e proprio canale tematico, ospitando regolarmente altri protagonisti e altri format. Si sono affidati a una società specializzata, «ShowReel», che ha già contribuito a creare piccoli fenomeni della Rete e dello spettacolo come Sofia Viscardi (nota soprattutto a chi ha delle figlie adolescenti) o Michele Bravi.
Il modello, simile a quello di molti altri «comici» online, è quello della comunità intorno a cui creare iniziative pubblicitarie in grado di sostenere il giro d'affari.
Un altro esempio di quella «disintermediazione» consentita dalla Rete: autori e creativi non hanno più bisogno di un canale televisivo per raggiungere la popolarità e incassare, se lo fanno da solo via web. I due «prankster» (letteralmente significa burlone e così si chiamano gli autori di scherzi popolari su Internet) ora stanno preparando il loro business plan.
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