Rogoredo, nuova fuga di gas Ma nessuno poi trova il guasto

Evacuate oltre 500 persone da scuole e abitazioni. L’Aem però non riscontra anomalie nella rete

Paura a Rogoredo per una nube di gas metano che ha costretto ieri mattina le forze dell’ordine a evacuare quasi 400 ragazzi di un plesso scolastico. Ma, una volta cessato l’allarme, i tecnici dell’Aem e i vigili del fuoco non sono riusciti a individuare la ipotetica tubatura rotta.
L’allarme scatta verso le 10, quando alle diverse centrali operative iniziano a piovere telefonate di cittadini che denunciano un forte odore in zona. Arrivano tre equipaggi delle volanti che riscontrano un forte odore di gas metano, ma soprattutto trovano già centinaia di spaventatissime persone in strada. L’episodio di via Lomellina, quattro morti, brucia ancora sulla pelle dei milanesi, e nessuno vuole certo farsi sorprendere in casa da un’esplosione. In particolare sono quasi 400 tra allievi e insegnanti usciti dal plesso Santa Teresa di Calcutta di largo Gonzaga che ospita una materna, una elementare e una media, dall’istituto Alvaro Martinengo che gestisce una materna in via Monte Popera e un istituto per disabili in via Rogoredo.
Nel giro di pochi minuti arrivano sul posto anche i vigili urbani, che bloccano il traffico e isolano la zona e un’ambulanza inviato dal 118. Due donne di 45 anni, agitate per la situazione, si sentono male e vengono accompagnate all’ospedale di San Donato. Nel frattempo i tecnici dell’Aem insieme ai vigili del fuoco si mettono in cerca della condotta spaccata.
Nel frattempo, il vento disperde la nube tossica e nel giro di un’oretta viene dato il cessato allarme. Gli «sfollati» vengono convinti dalle forze dell’ordine che non c’è più nessun pericolo e uno dopo l’altro tutti rientrano nelle scuole e nelle abitazioni. La situazione dunque torna alla normalità, ma a questo punto nasce il giallo: non si riesce a capire da dove sia scaturita questa nube tossica. Che sia metano non ci sono dubbi: tutti hanno avvertito distintamente il caratteristico odore miscelato al gas proprio perché venga annusato in tempo. Ma da dove sia arrivato è buio fitto.
Forse dal vicino quartiere Santa Giulia, dove è aperto un gigantesco cantiere da 120 ettari. «Escludo categoricamente che sia stata una nostra macchina operatrice a causare la rottura» risponde Pietro Agosto, responsabile della società Milano Santa Giulia, che sta eseguendo i lavori. «Appena avuta notizia dell’emergenza mi sono recato in cantiere, l’ho ispezionato ma non ho notato alcuna anomalia. E non sono solo io a dirlo: mi risulta che una simile ispezione sia stata fatta anche dall’Aem con esiti negativi. Però adesso che mi viene in mente lungo via Toledo corre un gasdotto della Snam...».


Ma anche dalla centrale operativa della Snam negano con decisione ogni loro coinvolgimento: «Un nube di gas in grado di mettere in allarme un intero quartiere - risponde un addetto alla centrale operativa - avrebbe comportato una perdita di gas di notevoli dimensioni immediatamente registrata dai nostri strumenti. Invece per noi è tutto in regola».
Dunque cessato l’allarme, ma resta un interrogativo: da dove proveniva questa nube tossica?

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