(...) o di ceto sociale dappartenenza. Ci sono uomini in giacca e cravatta mescolati ad adolescenti in canotta e pantaloncini, ultras della Sud bardati dalla testa ai piedi insieme con anziani con in testa un cappello giallorosso. Sono già un migliaio prima delle otto del mattino e diventano quasi il doppio quando, alle 9.30, la salma arriva in Campidoglio, accolta dal vicesindaco Mauro Cutrufo. Alle 10.08 vengono aperte le porte dellAula Giulio Cesare e inizia una processione mesta e lentissima: Franco Sensi è coperto da un velo trasparente e ha un rosario bianco in mano.
Una firma allingresso, un bacio schioccato verso laria immobile, qualche lacrima e tanti inchini. Di fronte alla bara, con il passare delle ore, si crea un tappeto di sciarpe che i tifosi depositano in terra con atteggiamento solenne. Alla spicciolata arrivano personalità della politica e dello spettacolo, da Antonello Venditti a Carlo Verdone, da Walter Veltroni a Lino Banfi. In serata è il turno del sindaco Gianni Alemanno. In merito a quali iniziative, delle tante prospettate in questi giorni, che il Comune metterà in campo per onorare la memoria del presidente, il primo cittadino non ha dubbi: «Credo che debba essere la famiglia a darci le indicazioni su come ricordarlo».
I veri protagonisti della giornata, comunque, rimangono i romani, che testimoniano il loro dolore tramite definizioni commosse affidate a bigliettini appesi ovunque: «grande combattente, grande uomo e grande presidente», si legge nella lettera di Davide; «una persona vera, che ha fatto scoprire il male che cè nel calcio», recita la dedica di Francesco. Tra i presenti anche tifosi della Lazio: «Sono qui - spiega uno di loro - perché dopo la morte di Sandri i romanisti si sono avvicinati a noi».
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