La Roma è un’infermeria e va in Europa rimpiangendo Panucci

SPALLETTI «Christian? Non l’ho tolto io, si è tolto lui... E a Londra possiamo farcela»

RomaQuarta per una notte, nonostante l’emergenza. Che dal centrocampo passerà alla difesa per l’appuntamento europeo con l’Arsenal. Gli infortuni di Juan e Cicinho, a rischio per Londra, rendono amara la vittoria con il Siena. La difficile pratica viene risolta da una prodezza di Taddei, un ex che divorziò in malo modo dai toscani (fu messo fuori squadra per non aver voluto rinnovare il contratto e poi andò via a scadenza), prima di iniziare l’avventura in giallorosso. «Conoscendo bene Curci, ho messo il pallone nell’unico punto dove non poteva arrivare», la maligna descrizione del gol da parte del brasiliano, il 15° calciatore della Roma a segno in questa stagione.
Ma il sorriso di Taddei fa da contraltare alle smorfie di dolore dei connazionali Juan e Cicinho. Il primo abbandona la contesa dopo un tempo per una lesione ai flessori della coscia destra, il secondo alza bandiera bianca a metà ripresa per un nuovo problema al legamento collaterale del ginocchio destro. Qualcuno, di fronte a una retroguardia così sguarnita (a livello di esperienza più che di uomini), comincerà a parlare di rimpianti per il mancato inserimento nella lista Champions di Panucci, ormai ai margini del gruppo dopo lo strappo di Reggio Calabria mai sanato. Non ha rimpianti Spalletti che precisa: «Non l’ho tolto io, lui si è tolto da solo». E sulla sfida di martedì a Londra dice spavaldo: «Dentro lo spogliatoio abbiamo le nostre certezze, possiamo giocarcela».
Anche perché a lui la prova di ieri della Roma, dopo che aveva chiesto una reazione al tonfo di Bergamo, è piaciuta molto. «È stata una prestazione d’oro, non potevamo mettere in campo quella brillantezza solita e bisognava stare attenti al Siena. La mia squadra è stata bene in campo e ha espresso buona continuità e carattere. E contro i toscani, che sono una buona formazione, ci voleva qualcosa di personale. Taddei ha queste qualità e ci ha messo questo».
La Roma, senza sette giocatori e con Vucinic che dà forfait in mattinata tanto da non andare nemmeno in panchina, torna all’antico: modulo con il doppio mediano (Brighi e Pizarro) e i tre dietro l’unica punta Totti. La sorpresa è Motta, schierato in posizione più avanzata, ruolo che lo penalizzerà come Cicinho, costretto sulla difensiva. Curci, uno dei tanti ex della partita, toglie dalla porta due conclusioni di Julio Baptista e queste sono le uniche emozioni del primo tempo. Totti, schierato comunque da Spalletti nonostante qualche acciacco fisico, appare spento («non è stata una grandissima prova, ma si è impegnato molto e si è sacrificato per il gruppo», evidenzia il tecnico). I raddoppi continui e il pressing del Siena rendono vano il ritorno al vecchio schema, con Brighi e Pizarro in evidente difficoltà, mentre Mexes regge praticamente da solo – fatta eccezione per un paio di interventi di Doni - la difesa capitolina dagli assalti dei toscani, forse meritevoli del pareggio.

Ecco che da un pallone vagante in area, nasce l’invenzione di Rodrigo Taddei: stop, due passi e conclusione a girare di destro che si infila nell’angolino alto. «Adesso possiamo pensare a Londra, vi garantiamo una bella partita», la promessa finale di Mexes.

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