Roma

Roma-Pantano: il treno riparte ma i problemi si moltiplicano

Met.Ro. però continua a negare i disagi dei suoi dipendenti

Daniele Petraroli

È regolarmente partito ieri mattina il trenino che collega la stazione Termini con Grotte Celoni. Ma i problemi sulla linea Roma-Pantano sono tutt’altro che risolti. Anzi, si moltiplicano a ogni nuova domanda. Così se ieri la vicenda riguardava la carenza di capistazione, oggi vengono fuori le condizioni di lavoro difficilissime cui sono costretti a sottostare i dipendenti Met.Ro.
Ma andiamo con ordine. Un accordo è stato raggiunto con i capistazione nel pomeriggio di lunedì. Meglio, l’azienda ha «promesso» che avrebbe cercato di risolvere la situazione in tempi rapidi e questo è bastato perchè il servizio ripartisse. Rimane il problema. Sette capistazione, e non nove come avevamo scritto ieri, non sono sufficienti a coprire tutti i turni. Per ora si va avanti con gli straordinari, ma fino a quando? Da Met.Ro. nessuno si è degnato di fornire una risposta. L’ufficio stampa, contattato telefonicamente, ha preferito glissare, arroccandosi nella difesa del comunicato diffuso lunedì. Dunque per l’azienda lo stop ai treni resta dovuto a ipotetiche «verifiche tecniche sulla linea». Peccato però che finora tali verifiche siano state sempre effettuate di notte e che per compierle Met.Ro. avrebbe dovuto inoltrare una richiesta scritta alla Regione e al ministero dei Trasporti. Cosa mai avvenuta come ha ammesso l’addetto stampa. Inoltre, secondo alcune voci, l’azienda avrebbe già preso i primi provvedimenti rimuovendo alcuni dirigenti responsabili del malfunzionamento della linea.
Veniamo, invece, ai problemi che i macchinisti della Roma-Pantano vivono ogni giorno. «I treni in servizio lungo il percorso sono appena 15 fino alle 10 del mattino, poi scendono a 9 - spiega Roberto Proia, sindacalista del Sult -, totalmente insufficienti a garantire un livello di efficienza. Di questi, poi, un terzo sono degli anni Trenta, un terzo degli anni Sessanta e un ultimo terzo di tre anni fa». Ma, paradossalmente, questi ultimi sono i peggiori. «Risultano difficilissimi da manovrare, senza considerare che sono lunghi la metà degli altri. A Grotta Celoni, la mattina, è un problema persino chiudere le porte e partire. Inoltre l’aria condizionata non funziona in nessuna cabina di questi nuovi treni. In teoria ci sarebbe nella metà dei mezzi, in realtà non è così. O per la mancanza di ventole o per la mancanza del gas, soffriamo il caldo d’estate e il freddo d’inverno». In più uno dei nuovi convogli è fermo da quando è arrivato. Passa semplicemente da una manutenzione straordinaria all’altra senza essere mai stato utilizzato sulla Roma-Pantano.
La carenza di personale, poi, è cronica. «Il problema non riguarda solo i capistazione, che dovrebbero essere almeno il doppio - racconta Paolo di Piero, sindacalista del Faisa-Cisal -, ma riguarda tutte le figure professionali. I macchinisti sono poco più di 50 per 62 turni mentre ne servirebbero almeno 15 in più. Lo stesso per i capideposito. Da poco ne è andato in pensione un altro e così sono rimasti solo in 3 quando dovrebbero essere almeno in 5». Ma in queste condizioni come fa a funzionare la Roma-Pantano? «Ce lo chiediamo anche noi ogni giorno - è la risposta sconsolante di Proia -. È solo grazie alla nostra buona volontà che si va avanti. Siamo costretti, infatti, a straordinari massacranti. Tutti i macchinisti fanno tra le 40 e le 60 ore mensili in più. I capistazione viaggiano verso le 100. E il tutto, ovviamente a scapito della sicurezza visto che facendo sempre doppi turni si perde lucidità».
Per far luce sulla vicenda cominciano ad arrivare, poi, le prime interrogazioni da parte dei politici. Dopo quella del senatore Ventucci al ministero dell’Interno è la volta del capogruppo della «Lista Storace» in Consiglio regionale: «I cittadini non possono essere presi in giro - le parole di Fabio Desideri -. C’è urgente bisogno di chiarezza anche perchè, a quanto pare, agli utenti sono state fornite informazioni poco chiare. Vogliamo capire i motivi veri del disservizio e, visto che si tratta di una ferrovia regionale gestita da un’azienda comunale, è bene che il presidente della Regione e l’assessore competente si attivino anche presso il Campidoglio.

Per questo è mia intenzione predisporre un’interrogazione».

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