Alla Roma serve un punto per non rischiare il crac

RomaSoldi freschi dall’Europa come ossigeno per le casse societarie, in attesa di un possibile compratore. Il bottino in palio sono dieci milioni di euro tra premio qualificazione, botteghino e diritti tv e alla Roma basta un pareggio a Cluj per metterci le mani sopra. In realtà, guardando agli incroci con l’altra sfida Bayern-Basilea, ben otto su nove combinazioni conducono i giallorossi agli ottavi di Champions: solo una sconfitta in Transilvania e il contemporaneo successo degli elvetici all’Allianz Arena di Monaco potrebbero portare alla «retrocessione» nella meno nobile Europa League.
Ma considerando la stagione attuale, la Roma avrà come nemica più se stessa che non gli svizzeri. Dunque, se il calcolo delle probabilità (e la pochezza tecnica del Cluj, già fuori da tutto) sorride alla squadra di Ranieri, le ultime vicende del campo - vedi la rimonta subita a Verona con il Chievo ma anche i due gol incassati dal Bayern in casa prima dell’incredibile capovolgimento del risultato - impongono stasera a Totti e compagni di «sputare» sangue per non farsi sfuggire l’accesso alla fase successiva. Sul banco degli imputati, anche l’allenatore accusato di eccessivo turnover. «Alcuni giocatori non erano abituati alle rotazioni, ma abbiamo ancora voglia di lottare e i tifosi sono con noi», così Ranieri.
Intanto i conti languono: al debito di 21,9 milioni maturato a giugno si è aggiunto il -4,8 dell’ultima trimestrale. E Unicredit non ha più intenzione di scucire altri soldi dopo i sacrifici sul mercato per Burdisso e Borriello e quelli «supplementari» per pagare gli stipendi arretrati ed evitare così una penalizzazione in classifica al club.
C’è dunque da cancellare in fretta l’amarezza dell’ultimo match ma anche qualche malcontento di troppo nello spogliatoio. L’obiettivo comune del gruppo è passare il turno e il tecnico testaccino (che con le squadre romene ha un bilancio positivo di 5 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta) sembra orientato a schierare il tridente: Menez dietro le due punte Totti e Borriello, con Vucinic escluso di turno. Il montenegrino non la prenderà bene, quest’anno ha avuto poche occasioni per giocare titolare e chissà che non stia meditando un divorzio nel prossimo futuro. Anche se a lasciare la Capitale potrebbe essere prima Adriano, appetito da club brasiliani (il Corinthians su tutti) e secondo radio mercato dal Tottenham. Ranieri non potrà contare su Pizarro (rimasto a casa per l’influenza, il cileno era stato risparmiato a Verona proprio in vista della trasferta romena), ma schiererà Taddei (assente da oltre un mese) dal primo minuto e avrà De Rossi a comandare il gioco. Ieri il centrocampista ha tirato un sospiro di sollievo: il rosso diretto rimediato a Verona gli è costato solo un turno di stop. Sciopero permettendo, salterà solo la sfida casalinga con il Bari ma non il Milan nell’ultimo impegno del 2010.
La partita del dopo Sensi alla guida del club è ancora tutta da giocare. Il 15 dicembre sarà l’ultimo giorno per presentare le offerte vincolanti (con fideiussione) e l’imprenditore di Tosinvest Angelucci, che lunedì aveva confermato la sua disponibilità non è il solo soggetto interessato. Secondo quanto trapela da fonti vicine ad Unicredit, la posizione di Angelucci non sarebbe ancora del tutto chiara alla banca.

Ma la politica basata sulla riservatezza non esclude altri nomi finora usciti: il silenzio di Aabar, ad esempio, non vuole dire che il fondo degli Emirati si sia tirato fuori dalla trattativa, così come il basso profilo scelto dal gruppo americano (sul cui nome c’è sempre il massimo riserbo) non determina un raffreddamento della pista a stelle e strisce.

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