Roma

Roma-Viterbo: dopo il danno, la beffa

Daniele Petraroli

«Cresce il gradimento degli utenti della Roma-Viterbo». Sembrerebbe una barzelletta se ad affermarlo, ieri mattina, non fosse stata proprio Met.Ro. Secondo una rivelazione «Customer satisfaction» effettuata nel periodo dicembre 2005-maggio 2006 dalla società capitolina di trasporti l’indice di apprezzamento, pur rimanendo al limite della soglia di sufficienza (pari al valore 50), è passato complessivamente da 46 a 50 punti. Peccato che proprio ieri sulla ferrovia ex-concessa siano state cancellate 35 corse di cui 5 extraurbane. Una beffa. Scelto il momento sbagliato per presentare il rapporto? Magari. La realtà è che ogni singolo giorno sulla Roma-Viterbo si ripresenta l’identico problema: corse saltate a ripetizione.
Peschiamo dal mazzo le più recenti. Il 19 luglio sono stati 33 i treni a rimanere «nei box», il 14, addirittura, si sfiorarono i 50. Stiamo parlando di un periodo non coperto dal sondaggio di Met.Ro.? Vero. Ma andando indietro nel tempo le cose non cambiano. A gennaio, per esempio, abbiamo 20 corse soppresse il giorno 19. In un monitoraggio effettuato dal primo al sette aprile abbiamo 54 treni fermi. A maggio situazione ancora peggiore con 38 corse saltate il giorno 2. Ma, ripetiamo, si tratta di semplici esempi.
Che hanno, però, l’identico risultato. Quello di esasperare i pendolari che più di una volta, l’ultima il 18 luglio scorso, sono arrivati addirittura all’occupazione simbolica dei binari per protesta dopo l’ennesimo treno rimasto in stazione (fatto accaduto in passato anche tre volte di seguito).
Di questo nella rilevazione non c’è traccia. Anzi, ieri Met.Ro. ha avuto il coraggio di dirci che, «tutto sommato i clienti sono soddisfatti».
Intanto si vengono a scoprire novità curiose sulla gestione del personale da parte di Met.Ro. Fino a oggi si era detto (e scritto) che i disagi fossero da imputare alla mancanza di macchinisti. Ma forse le cose non stanno esattamente così. «Ci risulta che venti dipendenti abilitati alle mansioni di capi-treno siano stati destinati alla vendita di titoli di viaggio», spiega il vicepresidente del consiglio comunale Vincenzo Piso (An) che ha presentato un’interrogazione in Campidoglio sulla questione. Capi-treno, dunque, comandati a terra a vendere biglietti nelle stazioni Flaminio, La Giustiniana e Prima Porta, tra le altre.
Ieri, inoltre, l’azienda ha annunciato la costituzione di un «gruppo di monitoraggio» costituito da associazioni di consumatori che avrà il compito di analizzare le criticità del servizio di trasporti per proporre soluzioni adatte a tutelare i viaggiatori. «I disservizi - prosegue Piso - non si risolvono certo con i gruppi di monitoraggio. Met.Ro. sta dimostrando grandi incapacità di gestione del personale».
Dal monitoraggio effettuato dall’azienda di trasporti si evince, infine, un incremento di 3 punti della soddisfazione dei pendolari della Roma-Pantano (ferrovia colpita dalla cronica mancanza di macchinisti e dagli stop continui alle corse). Punteggio invariato per la Roma-Lido (57 punti). Viene da chiedersi in che modo sia stato effettuato questo monitoraggio e, soprattutto, quanto sia costato. Chissà forse era pensato per aumentare il morale dei dirigenti dell’azienda capitolina restituendogli sonni tranquilli dopo le continue brutte figure.
(Ha collaborato L.

C.)

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