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Bimbi strattonati, insultati e costretti a camminare sotto la pioggia: maestra va a processo

La difesa parla di contestazioni basate solo sulle parole dei genitori, ma le ricostruzioni della procura delineano diverse forme di maltrattamenti: dal divieto assoluto di andare in bagno, all'obbligo di stare sotto la cattedra a disegnare. È accaduto in una scuola dell'Eur

Bimbi strattonati, insultati e costretti a camminare sotto la pioggia: maestra va a processo

A ogni comportamento inadeguato tra i banchi di scuola corrispondevano punizioni particolari, come la passeggiata invernale in giardino sotto la piogga dopo un rimprovero. Ma questo era soltanto uno dei castighi imposti, per due anni, da una maestra agli alunni di una classe di una scuola elementare in zona Eur, a Roma. E adesso, come riportato dal Corriere della Sera, l'insegnante è finita sotto processo con l'accusa di maltrattamenti.

Le punizioni

In base a quanto ricostruito, le camminate forzate al freddo imposte ai piccoli alunni risalirebbero al bienno 2015-2017. Ad accorgersi di quella situazione, sarebbero state le famiglie dei piccoli che, spesso, rientravano con i pantaloni, scarpe e vestiti bagnati. Inoltre, alcuni bambini, durante le punizioni si sarebbero procurati piccoli tagli giocando con alcune trappole per topi nel cortile della scuola, condizione che avrebbe fatto arrabbire molti genitori.

Il divieto di andare in bagno

Ma non solo: tra le punizioni adottate dalla donna, anche il divieto all'intera classe di andare in bagno per tutta la mattina. Sforzo che uno degli alunni avrebbe "pagato" non riuscendo a trattenere l'urina. A spingere la maestra a bloccare gli alunni in aula, il chiacchiericcio dei piccoli che, in quella mattina, non avrebbero ascoltato attentamente la lezione della docente. Sempre in quella circostanza, la maestra avrebbe imposto ai piccoli di stare in silenzio fino al termine della giornata scolastica.

La sospensione della maestra

L'insegnante è stata quindi sospesa dall'istituto paritario dopo un provvedimento disciplinare cautelare, dipeso probabilmente dalle proteste dei genitori. L'elenco delle angherie configurate dalla procura segnala, tra le altre cose, anche il lancio dei quaderni come sfogo dell'insegnante alle frustrazioni in classe e, in base a quanto ricostruito, la donna avrebbe obbligato i bambini ad accovacciarsi sotto la cattedra per disegnare in silenzio. Un tipo di punizione probabilmente finalizzato a dimostrare alla classe la volontà di correggere gli alunni in punizione.

Bimbi strattonati e insultati

Secondo quanto riportato dalla ricostruzione del pubblico ministero, è emerso che la classe affidata alla docente si sarebbe distinta per la vivacità, che la donna avrebbe pensato di contenere strattonando in qualche caso i bambini. In base a quanto ricostruito, alcuni alunni avrebbero segnalato di essere stati rimproverati per averle rivolto anche solo delle domande. E secondo altre testimonianze, la donna avrebbe chiamato i piccoli "deficienti" o "stupidi", senza mai gratificarli. Sui compiti svolti dai piccoli la donna avrebbe appuntato solo annotazioni negative e in una circostanza a una bambina che si era allontanata senza permesso dalla fila, la maestra avrebbe riservato un pesante riallineamento al gruppo con la forza. A un altro piccolo avrebbe distrutto il disegno perché valutato inappropriato.

La difesa della donna

Questa, secondo la procura, sarebbe il lungo elenco di abusi, ingiurie e percosse che avrebbero mortificato i piccoli studenti.

Sul caso è intervenuto l'avvocato della donna, che avrebbe sottolineato che le contestazioni "sono basate sulle parole dei genitori" e che "non esiste alcun riscontro oggettivo". La prossima udienza è fissata per il 30 gennaio prossimo, davanti al giudice monocratico della quinta sezione penale, Petra Giunti.

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