Cronaca locale

Omicidio Sacchi, Del Grosso: "Non volevo uccidere"

Dichiarazione spontanea di uno dei due giovani accusati del delitto di Luca Sacchi. Domani sarà ascoltata anche Anastasiya, la ragazza del personal trainer

Omicidio Sacchi, Del Grosso: "Non volevo uccidere"

“Non volevo uccidere nessuno, era la prima volta che prendevo un’arma in mano”, a parlare è Valerio Del Grosso autore materiale dell’omicidio di Luca Sacchi. Il giovane personal trainer ha perso la vita la notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso nel quartiere dell’Appio Latino e la verità sta emergendo giorno dopo giorno. Del Grosso rilascia una dichiarazione spontanea davanti al gip di Roma, Costantino De Robbio, e al pm, Nadia Plastina, nel corso del nuovo interrogatorio di garanzia.

Del Grosso, accusato di concorso in omicidio, si era avvalso della facoltà di non rispondere così come Paolo Pirino anche lui in carcere per l’omicidio del ventiquatrenne. Si sono tenuti nel carcere di Regina Coeli anche gli interrogatori di garanzia per Giovanni Princi e Marcello De Propris arrestati nella seconda tranche dell’indagine sull’omicidio di Luca Sacchi. De Propris è accusato di concorso in omicidio per avere fornito ai killer la pistola utilizzata poi per uccidere Sacchi. Mentre a Princi, ex compagno di scuola della vittima, è contestato il tentativo di acquisto di 15 chili di droga insieme a Anastasiya Kylemnyk, sottoposta all’obbligo di firma, che sarà interrogata domani.

Anastasiya è indagata dalla procura per il tentato acquisto di droga: nello zainetto rosa custodiva 70mila euro destinati all’acquisto (poi saltato) di 15 chili di marijuana. Di chi erano quei soldi? Chi li ha messi insieme? Forse Anastasia e Giovanni Princi, amico della vittima, da venerdì detenuto in carcere? O esiste, come ha ipotizzato la procura, un finanziatore che ha assoldato i ragazzi per comprare quell’ingente partita di sostanza stupefacente? Chi indaga ha attribuito ad Anastasiya e Princi un ruolo centrale nella trattativa per la compravendita della droga. E al di là di quello che potrà dire domani la ragazza al giudice, molte delle risposte potranno arrivare dall’analisi del cellulare che i carabinieri le hanno sequestrato in occasione della perquisizione domiciliare.

Dall’esame dei contatti e delle chat della 25enne gli inquirenti sono convinti di fare luce entro breve sul comportamento ambiguo di Anastasiya che nell’immediatezza dei fatti si è limitata a raccontare di aver subito una rapina a opera di due sconosciuti, negando qualsiasi coinvolgimento suo e di Luca in vicende di droga. Il gip, però, non è stato dello stesso avviso: “È sorprendente - scrive - la chiusura di Anastasiya a ogni collaborazione con gli organi investigativi per assicurare alla giustizia gli autori del delitto del fidanzato. Ed è chiara, predominante, la volontà di preservare le relazioni criminali acquisite nel mondo della droga con il quale non intende recidere i legami”.

Princi è addolorato per la morte del suo amico Luca Sacchi al quale era legatissimo. Per lui è stata una vicenda dolorosissima”, lo afferma l’avvocato, Massimo Pineschi, legale del giovane arrestato venerdì. Oggi ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia. “So che anche i genitori di Princi, con i quali ho parlato, sono sconvolti per quanto accaduto - aggiunge l’avvocato -. Il mio assistito è scosso, è alla sua prima esperienza detentiva, potete immaginare come sta. Valuteremo il ricorso al Riesame dopo avere letto tutti gli atti”.

Anche Marcello De Propris, accusato di concorso in omicidio, ha scelto di non rispondere al giudice. Intanto, proprio ieri i carabinieri del nucleo investigativo di Roma avevano trovato 31 grammi di cocaina nascosti nel passaruota anteriore destro della Smart in uso a Pirino, che aveva quell’auto dal giorno precedente il suo arresto per l’omicidio del personal trainer. Pirino quella sera era alla guida di un’altra Smart insieme a Valerio Del Grosso, vettura poi consegnata alla concessionaria e sostituita con quella in cui i carabinieri, con accertamenti tecnici non ripetibili richiesti dalla pm nell’ambito dell’indagine, hanno trovato la droga.

La cocaina, oltre al quantitativo che non può essere considerato per uso personale, era divisa in bustine, segno che anche dopo l’omicidio Pirino e Del Grosso continuavano i loro traffici.

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