"Il prete che (col megafono) sfida i criminali"
14 Febbraio 2022 - 10:08Don Antonio Coluccia ha fatto visita ai proprietari del bar tabacchi che si erano ribellati alla Camorra
Quando venerdì pomeriggio il prete dell’antimafia romana, Don Antonio Coluccia, fondatore dell’Opera Don Giustino a Roma, è arrivato con la scorta all'Antico Caffè di via Filippo Tommaso Marinetti al Laurentino 38 è stato guardato in malo modo, con qualcuno che si è chiesto cosa ci fosse andato a fare. Poco dopo invece sono stati molti ad avvicinarlo, a stringergli la mano e a chiedere anche un selfie con il prete.
La visita del prete antimafia
Don Antonio è andato a portare conforto e solidarietà ad AndreA e alla moglie, la coppia di proprietari del bar tabacchi che sabato 5 febbraio hanno visto entrare sei persone facenti parte di una famiglia di pregiudicati calabresi, quattro donne e due uomini, che hanno rotto tavoli e sedie a sprangate, e che si sono poi avventati contro i proprietari dell’esercizio picchiandoli a sangue. Solo l’intervento di alcuni clienti che hanno cercato di fare da scudo alla giovane coppia ha impedito che i due venissero uccisi. Il raid punitivo sarebbe avvenuto in risposta al rifiuto degli esercenti di sottostare alle richieste e alle pressioni dei clan.
Come riportato da Il Messaggero, don Antonio ha fatto sapere: “Tornerò al Laurentino già nelle prossime ore, molti cittadini e altri negozianti mi hanno chiesto di passare anche da loro. Impugnerò il mio megafono, porterò i bambini a giocare al pallone perché anche questo quartiere non è esente dalle infiltrazioni dei signori della droga che si impossessano metro dopo metro delle piazze e degli spazi di questa città e si fanno padroni delle vite di chi li abita. Uomini senza scrupoli che approfittano del degrado e dell'incuria, della mancanza di luoghi sociali e delle cultura, per sistemare le loro sentinelle e il loro avamposti in maniera capillare”. Il prete ha poi aggiunto che fa impressione arrivare al Laurentino 38 perché si respira un’aria pesante.
Le indagini
Ha poi tenuto a dire che i residenti sono stanchi di questa situazione e chiedono di essere aiutati. Dopo di lui anche l’ex primo cittadino di Roma, Virginia Raggi, si è recata sul luogo del blitz. Nella zona non mancano individui mandati appositamente dalla Camorra per controllare tutto. A indagare sull’irruzione al bar tabacchi ci sono gli investigatori dell'Antimafia del Lazio e del commissariato Esposizione.
Secondo quanto emerso dalle indagini sarebbero almeno quattro le piazze di spaccio al Laurentino, e su queste i gruppi vicini alla Camorra marcano il territorio cercando di fare la parte del leone e poter dettare legge a loro piacimento. Sarebbero i cartelli calabresi sul litorale romano a fornire di droga gli spacciatori. Questi sarebbero infatti i soli a poter contattare i broker americani per avere la coca dal Centro America. Poi, una volta che la roba è arrivata in Italia, lo spaccio viene affidato ad affiliati alla Camorra e albanesi. I primi riescono anche a reperire la marijuana e a spacciare al minuto per strada e nelle abitazioni, mentre i secondi vengono usati in bar e locali per riciclare il denaro sporco.
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