Roma, 30enne picchiata e derubata da africano, è polemica

Si torna a parlare della situazione ormai fuori controllo nei pressi della stazione Tiburtina, dove i cittadini romani sono costretti a vivere in una costante condizione di paura a causa dell’invasione di senza tetto ed extracomunitari. L’ultima aggressione registrata è avvenuta sabato sera, quando una 30enne del posto è stata gettata a terra, picchiata e derubata da un africano, tutt’ora in fuga: rabbia ed esasperazione dei residenti

Roma, 30enne  picchiata e derubata da africano, è polemica

Ennesimo episodio di violenza a Roma commesso da uno straniero, verificatosi nella zona della stazione ferroviaria Tiburtina. Stando a quanto riferito dalle autorità, l’aggressione con rapina è avvenuta in via Arduino lo scorso sabato sera, di fronte agli occhi attoniti dei passanti.

Una 30enne stava camminando per strada quando è stata raggiunta alle spalle da un africano che, senza mostrare alcuno scrupolo, l’ha gettata a terra e picchiata. Tutto per strapparle di mano la borsetta e scappare velocemente prima che qualcuno potesse intervenire.

La giovane, sotto choc, è stata subito soccorsa da chi ha assistito alla scena, ed in breve sono state allertate le forze dell’ordine ed il personale del 118.

Sul posto sono arrivati alcuni agenti di polizia ed un’ambulanza. Gli operatori sanitari si sono occupati di medicare la donna, che per fortuna ha riportato solo alcune lievi abrasioni.

La 30enne, ascoltata dai poliziotti, ha poi sporto formale denuncia in commissariato. Quando gli inquirenti le hanno chiesto di fornire una descrizione dell’assalitore, non ha potuto tuttavia dire molto, neppure servendosi dell’ausilio di alcune foto segnaletiche di pregiudicati. Troppo lo spavento e l’agitazione in quei momenti concitati.

Le forze dell’ordine, dunque, stanno ancora lavorando per risalire al responsabile. Intanto monta la polemica fra i residenti della zona, stanchi di sentirsi riferire ogni giorno le stesse, svilenti ed amare notizie. Del resto l’area circostante la stazione Tiburtina di Roma è divenuta nota per essere teatro di criminalità, degrado, bivacco e spaccio incontrollati. I protagonisti sono molto spesso cittadini stranieri, africani senza alcuna dimora, oppure ospiti dell’ex centro Baobab.

Un afflusso continuo, come riferiscono gli stessi residenti, ridotti a vivere nella paura e nel sospetto. Nessuno si azzarda a percorrere certe vie nelle ore notturne, ed i motivi sono ovvi. Il numero delle aggressioni e delle rapine cresce ogni giorno, le vie sono invase da spacciatori e criminali di ogni sorta. Talvolta, i fumi tossici emanati da certi roghi improvvisati sono tanto tremendi da costringere gli abitanti a serrare le finestre. Una vita d’inferno.

“Nessuno è razzista, ma siamo assediati” spiega un cittadino a “Il Messaggero”. “Il problema è che alla stazione Tiburtina sono arrivati migliaia di stranieri il cui flusso sarebbe dovuto essere regolamentato. Ma così non è stato”.

La questione è sempre la stessa: l’immigrazione fuori controllo, e l’occupazione abusiva di alcuni edifici in breve divenuti dei buchi neri. “Gli spacciatori trovano rifugio in questi stabili ed è quasi impossibile arrestarli. Sono i palazzi occupati a essere spesso i covi dove nascondere droga e refurtiva.” , dichiara un agente di polizia.

A farne le spese, alla fine, sono sempre i cittadini, come la 30enne sopra citata.

Stando a quanto raccontano alcuni testimoni, la giovane non ha una buona situazione economica alle spalle. Quel poco denaro che aveva con sé e che le è stato barbaramente sottratto valeva davvero molto.

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