Roma, interrogati i carabinieri "Varriale aveva la sua pistola"

I colleghi di Cerciello hanno raccontato in procura cosa hanno visto la notte dell'omicidio. Si lavora anche sui video

Roma, interrogati i carabinieri "Varriale aveva la sua pistola"

A Roma le indagini non si fermano sull'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega. In procura questa sera sono stati ascoltati i carabinieri che per primi sono arrivati sul luogo dell'omicidio, una strada centralissima della Capitale. I militari hanno raccontato quello che hanno visto al sostituto procuratore Maria Sabina Calabretta, al procuratore Michele Prestipino e al procuratore aggiunto Nunzia D'Elia. Nel corso dell'incontro sarebbero stati sentiti anche i militari fuori servizio che sono intervenuti in via Cardinale Merry del Val. Tra i carabinieri ascoltati c'è anche Andrea Varriale, il collega di pattuglia che era proprio con Cerciello in quella maledetta mezzanotte del 26 luglio. Secondo alcune indiscrezioni trapelate nel corso della giornata, si pensava che il militare fosse sprovvisto dell'arma la notte dell'omicidio.

Ma queste voci sono state smentite dal Comando provinciale ribadendo che il militare era in servizio con la pistola d'ordinanza. L'arma era stata prelevata dagli stessi carabinieri giunti sul posto per effettuare alcuni accertamenti. Adesso nel lavoro degli investigatori hanno un peso importante le registreazioni ndelle telecamere di sicurezza. Di fatto si cercherà di incastrare in questo quadro investigativo le immagini dei video, le telefonate del mediatore Brugiatelli e le stesse testimonianze dei carabinieri, colleghi di Cerciello Rega. Nel corso della giornata c'è stato anche un vertice tra inquirenti a cui hanno preso parte i titolari dell'indagine il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Gargaro, il comandante del Nucleo investigativo Lorenzo D'Aloia e il comandante del reparto operativo Mario Conio. La prossima settimana, molto probabilmente verranno effettuati nuovi accertamenti tecnici e verrà fissata anche l'udienza per il Tribunale del Riesame dopo l'istanza presentata dai legali di Natale. "Stiamo ancora valutando se ricorrere al tribunale del Riesame, stiamo facendo dei ragionamenti sul da farsi" ha detto l'avvocato Roberto Capra, legale di Finnegan Lee Elder, il 19enne americano in carcere insieme a Christian Gabriel Natale Hjort per il delitto del militare. L'altra partita delicata che si gioca è quella che riguarda la foto dell'americano bendato e ammanettato in caserma: "La prossima settimana sono stati fissati diversi accertamenti.

Per noi come difesa è importante capire cosa è successo in tutte le fasi di questa vicenda, da Trastevere fino a Prati", ha concluso il legale. Insomma sulla vicenda restano ancora dei punti oscuri da chiarire. E gli investigatori stanno lavorando a pieno regime per chiudere il caso in tempi relativamente brevi.

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