Roma, somala tenta di rapire una bimba. Ma se la cava solo con la denuncia

Per l’africana, con una lunga lista di precedenti alle spalle, arriva una denuncia a piede libero ma non l’arresto. La preoccupazione della madre della bimba di 21 mesi

Roma, somala tenta di rapire una bimba. Ma se la cava solo con la denuncia

Ha cercato di rapire una bimba in pieno centro a Roma, ma la clandestina e pregiudicata somala se la cava con una semplice denuncia a piede libero.

Il fatto si è verificato lo scorso lunedì verso le 8:30 del mattino nel centro storico della Capitale, vicino alla stazione Repubblica della metropolitana. La piccola, di 21 mesi, si trovava nel suo passeggino e la nonna la stava accompagnando all’asilo nido. Improvvisamente l’africana, una donna di 50 anni senza fissa dimora ben nota alle forze dell’ordine, si è avventata sulla bambina e l’ha afferrata, tentando di portarla via con sé. Immediata la reazione della nonna, che ha anche iniziato a gridare, richiamando l’attenzione di due passanti. Il loro aiuto ha contribuito ad impedire il rapimento ed a mettere in fuga la somala.

I carabinieri del comando Roma centro hanno raccolto la denuncia del padre della bimba e per ricercare la responsabile hanno fatto affidamento sulla descrizione fornita dalla nonna e sulle immagini riprese da alcune videocamere di sorveglianza. Nel diramare l’identikit, comunque, sono state fornite unicamente notizie sulla costituzione fisica della responsabile, una donna “alta e grossa”.

La somala, individuata nelle vicinanze della stazione Repubblica, è stata fermata dai carabinieri e portata in caserma per le consuete operazioni di identificazione. Trattasi di clandestina con una lunga lista di precedenti alle spalle, ma nessuno di questi elementi, compreso il tentativo di rapimento, è stato sufficiente a motivare un arresto. Per la procura della Repubblica di Roma è bastata una semplice denuncia a piede libero, con l’accusa di tentata sottrazione di minore.

Qualcuno ha parlato di possibili patologie di tipo psichiatrico dell’africana, come riportato da “Il Messaggero”, una motivazione che non basta ad allontanare le preoccupazioni della madre della piccola.

“Se anche fosse quale possibilità di protezione avrebbe se non un ricovero in un reparto psichiatrico in ospedale? Ringraziamo i carabinieri per avere subito trovato e fermato questa persona pericolosa. Però, ora, non vorremmo che il loro lavoro fosse vanificato. Soprattutto non vogliamo correre il rischio di rincontrare quella donna”.

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