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Rosarno, fucilate contro gli immigrati Il cardinale Bertone: troppi gli sfruttati

Ancora forti tensioni in Calabria nonostante lo spostamento degli immigrati in vari centri di accoglienza. A Gioia Tauro un extracomunitario è stato ferito a colpi di fucile. Sit in di protesta a Roma, ferito un agente. Guarda i video: gli scontri / il trasferimento a Crotone

Rosarno, fucilate contro gli immigrati  
Il cardinale Bertone: troppi gli sfruttati

Reggio Calabria - Chi è che ha guidato la rivolta della gente di Rosarno? E perchè l’ha fatto? Sono queste le domande che gli inquirenti stanno ponendo, dopo aver fronteggiato l’emergenza seguita agli scontri di piazza avvenuti nel centro della Piana di Gioia Tauro. Con i trasferimenti degli extracomunitari nei centri di accoglienza di Crotone e Bari, quasi ultimati, gli investigatori vogliono capire che cosa è successo. Ogni voce, ogni momento delle ultime ore sarà ripercorso. Il procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo spiega: "Stiamo indagando a tutto campo. Non abbiamo un’ipotesi investigativa previlegiata. La ’ndrangheta potrebbe aver fomentato la protesta? Ci vogliono elementi chiari che indichino questa strada".

Il ruolo della 'ndrangheta I dati certi, per ora, sono che tutti e tre gli italiani fermati per gli scontri e i disordini non sono sconosciuti alla giustizia. Antonio Bellocco è figlio di un esponente di spicco della omonima cosca che è egemone nella Piana di Gioia. L’uomo è accusato di resistenza e violenza a pubblico ufficiale in particolare si sarebbe rifiutato di mostrare i propri documenti agli uomini delle forze dell’ordine nel corso delle violente manifestazioni che si sono svolte. Un altro dei fermati è stato condannato di recente per omicidio colposo. Due anni fa nella notte di Capodanno uccise la fidanzata con un colpo di pistola partito in modo accidentale. La convalida delle misure cautelari degli italiani sarà esaminata lunedì mattina dal giudice.

Gli immigrati fermati Invece per cinque immigrati il fermo è già stato tramutato in arresto e sono al momento al carcere di Palmi. Entro i primi giorni della prossima settimana, poi, saranno esaminate le posizioni di altri due extracomunitari detenuti in stato di fermo.

Lo sfruttamento nei campi In merito allo sfruttamento dei clandestini alla sostanziale riduzione in schiavitù dei braccianti immigrati dalla procura di Palmi si sottolinea come nel recente passato siano stati avviati diversi procedimenti riguardo il coinvolgimento in queste attività delle cosche. "Procederemo in tutti i sensi - ha proseguito il procuratore Creazzo - condurremo indagini accurate per stabilità responsabilità certe". La storia della rivolta degli immigrati e degli scontri avvenuti a Rosarno non è quindi finita.

La fuga da Rosarno Hanno già lasciato Rosarno molti immigrati africani che lavoravano negli uliveti e negli agrumeti della piana di Gioia Tauro. Altri lo tanno per fare. In centinaia hanno raccolto in fretta e furia i loro bagagli per salire sui pullman messi a disposizione dalle autorità per il trasferimento nei centri di prima accoglienza di Crotone, Bari o della Sicilia. Molti si sono allontanati in treno sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine, oppure con mezzi propri per raggiungere la Campania o la Sicilia, dove sperano di poter lavorare nelle campagne. Dopo gli scontri violenti verificatisi giovedi e venerdi, gli immigrati africani, che fino a pochi giorni fa avevano ricevuto la solidarietà di molti rosarnesi e delle associazioni di volontariato, sono diventati i "nemici da additare". La loro colpa: avere messo a ferro e fuoco una cittadina.

Colpi di fucile a Gioia Tauro Un immigrato è stato ferito con alcuni colpi di fucile caricato a pallini nelle campagne di Gioia Tauro, a pochi chilometri da Rosarno (Reggio Calabria). L’uomo è stato ricoverato all’ospedale della città; le sue condizioni non sarebbero gravi.

Liberati dall'assedio Una quindicina di immigrati, rifugiatisi in un capannone in prossimità della "Rognetta" sono stati liberati dalla forze dell’ordine dopo che erano stati minacciati da una persona che, secondo quanto riferito agli investigatori, era armata. Le forze di polizia giunte sul posto non hanno però trovato nessuna persona armata fuori del casolare e comunque hanno poi fatto uscire gli extracomunitari, scortandoli in un centro di raccolta per poi trasferirli insieme agli altri immigrati nei centri di accoglienza.

La Questura: via le baraccopoli Gli insediamenti abusivi realizzati all’interno di ex fabbriche a Rosarno, verranno smantellate in tempi brevi. Lo hanno assicurato fonti della questura di Reggio Calabria, sottolineando che è già stato dato l’incarico ad alcune ditte specializzate di sbaraccare gli insediamenti con l’obiettivo di evitare che in futuro gli immigrati possano vivere in condizioni così degradate.

Bertone: "Immigrati sfruttati" Il segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, fa appello alla cessazione della violenza a Rosarno e denuncia le "gravi condizioni di lavoro" alle quali sono sottoposti gli immigrati. "La situazione in Calabria preoccupa e affligge tutti - ha detto il cardinale Bertone - soprattutto per le gravi condizioni di lavoro a cui sono sottoposti i migrati, che pure rendono un servizio prezioso all’agricoltura e all’attività locale". Interpellato dai giornalisti a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dello Stato della Città del Vaticano, il porporato ha sottolineato che "la giustizia diventa ingiustizia quando si adotta la violenza" ed ha auspicato un "riscatto di vita secondo giustizia". Il cardinale Bertone ha citato il salmo 71 per invitare tutti alla "osservanza delle leggi" all’agire "secondo giustizia" e alla necessità di promuovere "pace, riconciliazione e accoglienza reciproca".

Roma, sit in di protesta: agente ferito Tensione e scontri tra polizia ed esponenti dei centri sociali e immigrati ad un sit in di protesta a Roma contro i fatti di Rosarno. Dopo avere forzato un cordone delle forze dell’ordine all’Esquilino, i manifestanti hanno tentato di dirigersi verso il Viminale. Respinti una prima volta, hanno forzato ancora il blocco per arrivare al ministero ma la polizia li ha caricati. Alcuni hanno tirato oggetti contro gli agenti, altri sono fuggiti. Un agente è rimasto ferito da un sanpietrino. Identificate e denunciate trenta persone.

Napolitano: "Fermare ogni violenza" A Rosarno "è indispensabile fermare senza indugio ogni violenza". È l’appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che, informa il Quirinale, "ha acquisito informazioni sui gravi episodi di Rosarno e segue con attenzione l’evolversi della situazione. Anche allo scopo di discutere e affrontare i problemi che interessano la cittadinanza è indispensabile fermare senza indugio ogni violenza".

Trentasette feriti È di 37 persone ferite, 8 persone arrestate e diversi contusi il bilancio degli scontri. I dati sono stati forniti nel pomeriggio dal prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, che ha presieduto nel pomeriggio, nella sede del Comune della città calabrese, il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. In particolare sette sono gli arrestati extracomunitari accusati di devastazione, danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale. Fra i 32 feriti, 18 appartengono alla comunità degli immigrati e 18 alle forze dell’ordine. Tra gli arrestati anche un cittadino rosarnese, Giuseppe Bono, di 38 anni, il quale, secondo quanto riferito, avrebbe tentato di travolgere con una pala meccanica gli immigrati in rivolta. Fermato e denunciato anche l’uomo che ha sparato in aria, questa mattina, durante un tentativo di irruzione nella sua abitazione, da parte di alcuni immigrati. Il prefetto Varratta ha anche reso noto che saranno incrementati gli uomini delle forze dell’ordine preposti all’ordine pubblico nella città di Rosarno, annunciando l’arrivo di 100 unità.

Manganelli invia contingente polizia Un "consistente contingente di uomini delle forze di polizia, per assicurare il miglior controllo del territorio e garantire serenità a tutta la popolazione presente", si sta dirigendo a Rosarno su disposizione del capo della Polizia, Antonio Manganelli, sentito il ministro dell’Interno Roberto Maroni e d’intesa con il comandante Generale dell’ Arma dei Carabinieri, generale Leonardo Gallitelli. Insieme al contingente il vice questore vicario della Questura di Reggio Calabria, Salvatore La Porta.

Gli scontri di giovedi
Giovedi centinaia di immigrati, che lavorano alla raccolta degli agrumi e degli ortaggi e vivono in alcuni capannoni fuori dai centri abitati, hanno distrutto auto in sosta e dato fuoco ai cassonetti. Ma cos'è che ha fatto esplodere la rabbia? Alcuni extracomunitari sarebbero stati colpiti con una pistola ad aria compressa.

Alle violenze in piazza sono seguiti gli scontri con la polizia.

 

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