Milano resta in vita. Vince 70-56 gara tre graffiando in parete dove la Bennet mette il piumino per non prendere freddo. Chi era con le spalle al muro ha reagito di conseguenza e l'Armani doveva davvero qualcosa al suo popolo, ieri quasi 8000 persone anche se da Cantù sono venuti in tanti, doveva qualcosa a se stessa e anche al sognatore Peterson che almeno ieri notte avrà dormito pensando che per una volta ha recuperato più palloni di quelli perduti (16-12) che per una partita importante i suoi tiratori hanno fatto il 50% da 2 e 7 su 23 da 3 mentre gli avversari sparecchiavano un 3 su 19 che fotografa la notte poco magica di cantù. Difesa, dedizione, pazienza. Tutto quello che serviva per tenere aperte questa semifinale che sembra così distante dai tifoni che scatena Siena nell'anima dei suoi avversari trevigiani come vedremo anche oggi al Palaverde.
Niente lussi, ma il finale di Hawkins (18), la partita globale di Mancinelli ( 10 p, 8 r.) hanno scaldato la gente come del resto il furore di Mason Rocca.
Cantù non è mai entrata nella mischia, ha preferito il rifugio adesso che forse sente un po' di fatica fisica e mentale. Per avere la finale, l'Europa dovrà puntare tutto sulla quarta partita di domani, sempre al Forum, pur sapendo che avrà comunque in casa l'eventuale bella martedì prossimo.
Milano è riuscita a correre un po' di più e a perdere un po'meno palloni, si è compattata in difesa dove Karl ha fatto l'uomo dalle cento braccia, si è mascherata quando il suo gioco stagnava. Insomma è uscita con questo gelato che non era più al veleno e che poteva farla cadere come un quadro in casa di Giorgio Armani che ieri non era in tribuna. Resistere è già abbastanza. Domani sarà un'altra partita e un altro giorno.
Voglia di tenerezza. L'Armani trova il calore dell'ambiente e prima del diluvio si ripara: parte arrampicandosi su quello che resta del suo albero di vita agonistica. La palla gira meglio del solito, la difesa Bennet è meno affamata del solito: Dopo 6' Milano scopre di avere 12 punti in cassaforte e, contrariamente a tante altre volte non si spaventa, ma insiste con Mancinelli che segna 9 punti, insiste a giocare: la pioggia di giugno si spiega anche con le 0 palle perdute in un quarto.
Cantù non è rabbiosa, sente di avere un guanciale comodo per il 2-0 nella serie anche quando all'inizio del secondo quarto va sotto di 15 sul raid vincente di Jaaber.
Trinchieri cerca gente affamata, ma l'unico che gli risponde con 11 punti,6 rimbalzi, è Marko Scekic. Basta questo per far tornare un cerchio alla testa all'Armani che soffre quando è dietro, ma non se la gode neppure quando è avanti e le palle perse diventano 6. Due chiusure di quarto da istant replay danno 3 liberi e Greer e un canestro a Coby Karl che nel colore ricorda Russ Schoene, premiato prima della partita e applaudito come Gamba che ieri compiva 79 anni, ma soltanto per quello. A metà battaglia 40-32 per Milano, il palazzo vibra ancora, ma nessuno si fida.
Meglio così perché i giocatori Armani capiscono e non si distraggono tenendo 15 punti al terzo quarto, diventando squadra nel momento della fatica.
Stasera, a Treviso, Siena potrebbe chiudere la serie (ore 20.15, diretta tv si SkySport2)
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