La Russa non crede al Terzo polo e corteggia ancora Fli e Udc

«I nostri rapporti con Futuro e libertà? Ne parleremo quando prenderemo in considerazione i partiti minori. Chessò, i pensionati o le liste civiche». Dopo la fiducia al governo e la sconfitta di Gianfranco Fini, il coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa pensa già a Milano. Qui a primavera si vota comunque e martedì il premier Slvio Berlusconi ha ufficializzato la corsa di Letizia Moratti. Fatto il candidato, restano da fare le alleanze. Senza preclusioni verso i «futuristi» finiani, fa capire La Russa dopo la saracinesca abbassata dal vicesindaco Riccardo De Corato per il quale non c’è più spazio per le trattative («Fli È ormai irrecuperabile e sono stucchevoli le manovre di riavvicinamento»). Ma dopo il pugno di ferro del vicesindaco, ecco il guanto di velluto di La Russa. «Questo a Milano non è un problema di prima grandezza - frena - Ma per noi non c’è alcuna preclusione». Se la porta per Fini è semichiusa, per Pierferdinando Casini il portone è spalancato. «Attualmente - ricorda La Russa - un assessore dell’Udc fa parte della giunta Moratti. Non vedo nessun buon motivo per interrompere il rapporto». Parole condivise dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. «Intanto - spiega il commissario cittadino del Pdl - la Moratti sta ben governando e la cosa importante è che continui ad amministrare bene con tutti i gruppi che sono in maggioranza. E, dunque, anche con l’Udc. A Milano ha governato con noi per 15 anni, perché non dovrebbe rispettare i suoi elettori che sono di centrodestra?». Futuro e libertà? «Al momento di fare la giunta non esisteva. Ma oggi è importante creare intorno alla candidatura della Moratti il più ampio consenso possibile perché l’importante è vincere al primo turno». Nessuna esclusione, dunque, anche perché un possibile rinvio al secondo non lascia per nulla tranquilli i colonnelli del centrodestra. Sempre più impegnati nella ricucitura dei rapporti, in Lombardia per la verità mai del tutto strappati, con i centristi di Casini. «Non saranno i diktat di De Corato a intimorirci - ha tuonato ieri il consigliere regionale dell’Udc Enrico Marcora - Noi lavoriamo sui programmi e solo se troveremo una condivisione di progetti e valori faremo delle scelte». Nessuna preclusione, dunque, nemmeno su quella sponda. «Oggi la priorità è portare la “politica al centro” e credo non si debba far cadere nel vuoto l’appello di Formigoni sul Partito popolare europeo. I cattolici del Pdl, Pd e Udc devono confrontarsi in modo serio, avere il coraggio di scomporre per ricomporsi. Rilanciamo valori, idee e contenuti di politica economica e sociale basati sui quattro cantieri sociali che il cardinale Tettamanzi ha ricordato nel discorso di sant’Ambrogio».
«Al momento - la posizione dell’eurodeputato del Pdl Carlo Fidanza - sono i finiani che non voglio sostenere la Moratti e non certo i falchi del Pdl a dire che il partito di Fini vuole costruire il terzo polo anche a Milano con un proprio candidato sindaco».

E sostiene che «essere moderati a Milano nei prossimi mesi significherà votare il Pgt senza sposare le posizioni dell’ambientalismo più retrivo, sostenere la trasparenza senza accodarsi ai professionisti dell’antimafia e non danneggiare la Moratti favorendo un candidato di Rifondazione Comunista».

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