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Russia, la crisi travolge anche la vodka

La recessione e l'inflazione galoppante ha colpito a tal punto i portafogli dei i russi da costringerli a tagliare, anche il consumo del liquore simbolo del paese. I produttori preoccupati: in dicembre crollo del 21 per cento

Maledetta crisi. Non bastava il crollo delle borse e del prezzo del petrolio. Non bastava il barcollamento delle grandi banche e delle mega aziende a cui il governo di Mosca ha versato fiumi di denaro. Pazienza, hanno detto i russi rassegnati. Ma ora che i prezzi nei negozi e nei supermercati sono di nuovo aumentati e che l'inflazione continua a galoppare (in dicembre è salita al 14 per cento), i cittadini di Putin cominciano a mugugnare. Eh sì, perché la crisi finanziaria ha colpito a tal punto i portafogli dei russi da costringerli a tagliare anche i consumi di vodka. A novembre, le aziende produttrici della bevanda nazionale avevano nei magazzini una quantità di giacenze sei volte maggiore rispetto a un anno fa: la produzione è rimasta immutata, ma il consumo è diminuito notevolmente. L'associazione dei produttori russi è preoccupata: "Di questi tempi la gente arriva a risparmiare anche su quello che era uno dei beni sui quali non si lesinava mai". Il mese di dicembre 2008 è stato uno dei peggiori da parecchi anni a questa parte: la produzione del liquore simbolo nazionale è crollata del 21,1 per cento, mentre nel corso dell'intero anno la contrazione è stata del 7,6 per cento.

Una ricerca dell'associazione nazionale alcolici ha mostrato che le morti per avvelenamento da alcol sono state 1.458 in più rispetto a un anno fa, conseguenza del fatto che i russi bevono sostituti della vodka molto più pericolosi, nel tentativo di 'stordirsi' nel modo più economico possibile. R.P.

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