«Allinizio di ogni capitolo, mi immagino di essere in teatro, al momento dellintervallo. Il sipario è appena calato e la gente si sta dirigendo verso il bar». È così che Edward Rutherfurd parla della sua narrativa, focalizzando subito i due elementi base: limportanza della scena (o scenografia) e quella del pubblico. «Quando mi avvicino a quellimmaginario leggio, la prima pagina deve essere affascinante, per attirare subito lattenzione di chi mi sta ascoltando». E proprio questo meccanismo narrativo riesce ad affascinare i suoi molti lettori. In Italia, purtroppo, non è conosciutissimo al grande pubblico malgrado sei romanzi pubblicati a oggi da Mondadori: da Sarum (esordio nell87) a La foresta (2000), da I ribelli dIrlanda (2008) sino allultimo New York, romanzo che attraversa quattro secoli di storia della «città più emozionante del mondo» (Mondadori, pagg. 984, euro 23).
Rutherfurd - nato a Salisbury, Inghilterra, nel 48 - ha sfondato tardi nel mondo della letteratura. I suoi esordi lo vedono lavorare nel mondo delleditoria e tentare invano di pubblicare libri o far rappresentare commedie da lui scritte. Ne scrive dieci, che ancora oggi rimangono nascoste nel cassetto. Più una manciata di romanzi mai pubblicati. A un certo punto, deluso, abbandona lidea di pubblicare e torna nella sua casa natale. Studia la storia del luogo, la gente, i suoi personaggi e scrive Sarum, il suo primo romanzo storico, ambientato nella zona vicino alle celebri rovine di Stonehenge. Dal primo romanzo la struttura è rimasta sempre simile: storie di quattro o cinque famiglie e delle loro discendenze, ambientate in un luogo ben definito e lunghe 500 o più pagine. Spesso si tratta di posti in cui Rutherfurd ha vissuto realmente come Dublino, Salisbury, gli Stati Uniti dove ha frequentato Stanford, fucina di scrittori e dove ha conosciuto ed è diventato amico di Vikram Seth, prima di stabilirsi a New York.
New York si estende dal XVII secolo allestate del 2009, incrociando i maggiori eventi della Storia americana: dalla Guerra Civile ai ruggenti Anni 20, dal crollo della Borsa del 29 all11 settembre. Attraverso le diverse generazioni della famiglia Master, di origine anglo-olandese, si muovono tutti i protagonisti appartenenti alle etnie e agli strati sociali più diversi. Perché New York è soprattutto un libro di migrazioni, simbolo di una città da sempre emblema, nellimmaginario collettivo, di Libertà: perché «Tutti arrivano a New York in cerca di libertà, religiosa, economica, politica o personale». Ci sono prima gli olandesi, che si incrociano coi nativi del posto, poi inglesi, africani, italiani (rappresentati, forse unico stereotipo, dalla famiglia Caruso), ebrei (i Keller), portoricani. Raccontare la nascita di una città - in questo caso sin dal 600 quando New York si chiamava ancora Nuova Amsterdam -, è una pratica tipicamente americana e Rutherfurd trova dunque una materia ideale da plasmare. Decenni prima di lui, era stato uno dei padri della letteratura americana, Washington Irving, a mescolare finzione e realtà per raccontare la nascita di New York.
A questo proposito Rutherfurd racconta spesso, parlando dei suoi romanzi, lepisodio di due suoi insegnanti che si azzuffarono davanti alla classe sconcertata. Alla fine della lite i due professori chiesero ai 22 studenti di raccontare che cosera successo.
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