Politica

Sì della Camera, il pacchetto Pisanu è legge

Luciano Violante: «Il segnale a magistrati e forze dell’ordine è che su questo tema non c’è scontro»

Gianni Pennacchi

da Roma

«Sì, è stata una giornata bipartisan», ha risposto Silvio Berlusconi ai giornalisti, spiegando che anche nell’incontro a metà giornata con l’opposizione, s’era svolto un «ragionamento molto sereno, franco e cordiale». Le forze politiche convengono che «bisogna essere uniti di fronte a questo pericolo, a questo nemico invisibile», e «in effetti stiamo dimostrando di essere uniti» ha detto ancora il presidente del Consiglio «soddisfatto» di questo sabato a Montecitorio. Tant’è che il decreto antiterrorismo del ministro Beppe Pisanu è legge definitiva dello Stato, a tambur battente: alle 19 di ieri l’assemblea dei deputati ha approvato senza modifiche il testo ricevuto dal Senato, con 385 voti a favore, 20 contrari ed un astenuto. E il capo dello Stato, che ha seguito il dibattito in tv, ha rinviato la partenza per la Sardegna per promulgarlo immediatamente.
Anche a Montecitorio si è disegnato lo stesso schieramento visto a Palazzo Madama. A votare contro sono stati Prc, Pdci e verdi, mentre alcuni del Correntone Ds sono usciti dall’aula. I partiti maggiori dell’opposizione, che premevano affinché venissero accolti almeno tre degli emendamenti che avevano presentato, infine si sono fidati della promessa fatta dal governo, di verificare in autunno e correggere la legge. Così, Francesco Rutelli che ha elogiato il dibattito «alto» in cui tutti s’erano impegnati, ha esortato all’«unità repubblicana» davanti alla «sfida inedita» che muove dal terrorismo islamico. E Luciano Violante ha spiegato il sì della Quercia come «un segnale» a magistrati e forze di polizia, «sappiano che su questo tema non c’è scontro».
La disponibilità a ricercare il massimo di accordo almeno sulla lotta al terrorismo islamico, s’è vista concretamente anche in aula, quando Violante ha annunciato che avrebbe ritirato un emendamento all’articolo 4 - affinché i servizi informino «immediatamente il ministro dell’Interno» se dalle loro intercettazioni emergono «elementi utili» per l’ordine e la sicurezza pubblica - se il premier si fosse impegnato ad emanare una direttiva in quel senso. E Berlusconi ha immediatamente risposto: «Certamente sì». Del resto, anche gli altri emendamenti di Quercia e Margherita rimasti dopo la scrematura, otto in tutto, non è che dispiacessero alla maggioranza. Ma il problema è che il decreto legge del governo era già stato modificato dal Senato, e nuove correzioni della Camera lo avrebbero rinviato nuovamente a Palazzo Madama, depotenziando così l’immagine di fermezza e unità politica che si voleva dare all’opinione pubblica; e col rischio di rinviare la conversione in legge a dopo le vacanze. Per questo, tanto il ministro Pisanu quanto il presidente della commissione Affari costituzionali Donato Bruno hanno caldamente invitato l’opposizione al ritiro di tutti gli emendamenti, per non costringere la maggioranza a votar contro pure su quelli che condivideva. Insomma, raggiungere il traguardo e tranquillizzare la gente dimostrando che la politica vigila e risponde all’incombente minaccia, era più importante del migliorare la sostanza.
Preoccupazioni di tipo garantista essenzialmente, che il centrodestra avverte forse più di alcuni settori dell’opposizione, e che Berlusconi ha poi illustrato: «Ci sono delle preoccupazioni per salvaguardare i diritti dei cittadini e per trovare quel limite, difficile da individuare, tra una giusta difesa dei cittadini contro il terrorismo e una giusta difesa della privacy e di tutti i diritti». Ha ammesso ancora il premier: «Sia da parte dell'opposizione che da parte della maggioranza ci sono stati dei rilievi al testo uscito dal Senato, che è stato cambiato rispetto al testo da me esaminato in Consiglio dei ministri. Tuttavia ritengo che il fatto che siamo alla chiusura del Parlamento per la pausa estiva, abbia portato alla saggia decisione di approvarlo così com'è in modo di non dover ritornare al Senato, ma con l'impegno del governo, entro la fine di ottobre e sulla base dell'esperienza pratica, di riprendere il tema introducendo delle modifiche». Quali? Correzioni che «diano l'assoluta garanzia ai cittadini che non ci possono essere, con la scusa della lotta al terrorismo, delle incursioni indebite nella loro privacy e nei loro diritti», è la risposta di Berlusconi.
Così almeno questa è andata, passerà alla storia repubblicana come il decreto legge convertito più rapidamente. Pur se la Lega, che ovviamente ha votato sì come gli altri partiti di governo, denuncia «l’esistenza del buonismo trasversale all’interno del Parlamento», che è quello che non «consente di avere dispositivi rigorosi, in linea con il resto dell’Europa». Il presidente della Camera è anch’egli soddisfatto, ha augurato buone vacanze spiegando che «abbiamo risposto in tempi difficili ai problemi che il paese ha davanti».

Grazie e auguri anche al ministro Pisanu, che «veglierà sulla nostra sicurezza per tutto questo mese d’agosto».

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