Sì alla legge che condanna il franchismo

da Madrid

Trentadue anni dopo la morte di Francisco Franco, e in mezzo a forti polemiche e divisioni, il Parlamento spagnolo ha definitivamente approvato nella notte tra lunedì e ieri, con il voto del Senato, la “Legge sulla memoria storica” che condanna in modo esplicito la dittatura, ne spazza via gli ultimi simboli e riabilita le vittime della Guerra civile. E consentirà, malgrado l’opposizione della famiglia, l’esumazione del corpo del poeta Federico García Lorca assassinato dai franchisti a Granada nel 1936.
La legge, fortemente voluta dal premier socialista José Luis Rodriguez Zapatero, è stata osteggiata dall’opposizione del Partito popolare, secondo cui «riapre vecchie ferite» e mette in pericolo la stabilità della democrazia spagnola fondata sulla «concordia nazionale». Il Pp accusa il premier di «commettere lo stesso errore del franchismo» cercando di imporre «un’unica memoria storica ufficiale». Un «no» è venuto anche dagli indipendentisti catalani di Erc, al governo con i socialisti in Catalogna, secondo i quali è insufficiente dichiarare illegittimi i processi franchisti senza annullarne gli effetti giuridici. Erc ha definito la legge «un errore storico».
Il testo approvato prevede la rimozione degli ultimi monumenti, nomi di strade e targhe su edifici pubblici e chiese che facciano riferimento alla dittatura. La legge faciliterà e finanzierà infine la riapertura delle fosse comuni, consentendo così la riesumazione del corpo del poeta Federico García Lorca, fucilato dai franchisti in circostanze ancora oscure.

«Federico non è solo patrimonio dei suoi cari ma di tutta l’umanità, ed è importante avere la conferma su dove giace sepolto e sulle cause della sua morte» ha detto Francisco Gonzales, presidente dell’Associazione per la memoria storica (Armh) di Granada.

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