Marco Doria dice no, Pierluigi Vinai dice sì. Ma il sì del candidato del centrodestra alla fine dellassemblea pubblica che ieri sera ha riempito la sala del municipio di Voltri, è stato scambiato addirittura per un insulto. «Sono anni che si tengono riunioni in cui si sottolineano i problemi riguardanti uninfrastruttura di cui Genova ha estremamente bisogno. Per questo con sincerità mi sento in dovere di declinare l'invito. Sarò, in futuro, lieto di prendere parte ad incontri propositivi finalizzati al miglioramento del progetto». Queste le parole dellesponente del centrodestra, che al convegno sono state così spiegate: «Vinai non è venuto allincontro con gli altri candidati sindaci e ci ha definito un covo di terroristi. Invece lincontro si è svolto in modo democratico e non ci sono problemi», dice Giampiero Pastorino consigliere provinciale di Sel e organizzatore dellincontro insieme ad Arcadio Nacini.
«Non siamo la Val di Susa - spiega Nacini - siamo cittadini del ponente genovese. Vinai era libero di non venire. È stata una sua libera scelta, ma non si deve permettere di insultarci e di offendere gli abitanti del ponente genovese dicendo che questa è unassemblea quasi terroristica». Tutti i sindaci intervenuti, dal leghista Rixi al comunista Delogu, da Doria al grillino Putti, al centrista Musso, i circa trecento abitanti li hanno applaudito tutti indistintamente. Perfino il senatore ex berlusconiano che, con una precisa lezione da professore, ha spiegato la sua posizione a favore della Gronda di ponente: «Nessuno ha la bacchetta magica.
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